La vita non è un danno. La Lombardia si oppone alla logica del caso Englaro (e al Tar)
[cham_piede]
Pubblichiamo la rubrica di Alfredo Mantovano contenuta nel numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)
Il buon senso abita in Lombardia. La scelta della giunta regionale, formalizzata nel pomeriggio di lunedì 11 luglio, di impugnare al Consiglio di Stato la sentenza del Tar del 7 aprile sul caso Englaro, è saggia e in controtendenza. Mentre la Camera ha all’ordine del giorno in commissione Giustizia l’esame di proposte di legge sull’eutanasia, dopo non poche decisioni giudiziarie di sostanziale apertura nella stessa direzione (a cominciare proprio da quelle su Eluana), il Pirellone afferma a chiare lettere che non esiste il diritto a togliersi la vita, e ancora meno a procurare la morte ad altri, a prescindere da intenzioni più o meno caritatevoli. Di conseguenza, nessuna struttura sanitaria è legittimata ad assecondare la volontà soppressiva di una persona.
[pubblicita_articolo]In aprile il Tar aveva condannato la Regione a pagare al padre della ragazza 142.000 euro a titolo di risarcimento «per l’ostruzionismo perpetrato nei confronti della volontà di Eluana»; secondo i giudici amministrativi la donna aveva diritto a morire in Lombardia, dove poteva esserle praticato il distacco del sondino naso-gastrico che la alimentava e idratava artificialmente, e invece morì a Udine il 9 febbraio 2009. Nei mesi precedenti la Regione, con Formigoni presidente, aveva precluso al personale sanitario l’interruzione di alimentazione e idratazione.
Tutti ricordano che Eluana Englaro non era sottoposta ad accanimento terapeutico, né era mantenuta in vita artificialmente: era una grave disabile, come purtroppo non pochi collocati in case di cura e in strutture di riabilitazione. Certo, erano artificiali le modalità di alimentazione: lo sono sempre per chi ha seri problemi di assimilazione, ma non per questo viene eliminato. Le suore che l’avevano assistita per anni testimoniano che intanto il sondino naso-gastrico non le era applicato in permanenza, bensì quando necessario; e poi che in lei era possibile cogliere qualche reazione alle loro sollecitazioni, per cui non si poteva in alcun modo parlare di stato vegetativo.
I princìpi scivolosi delle sentenze
I princìpi su cui si basano le sentenze – Cassazione e Corte costituzionale incluse – che hanno autorizzato il distacco del sondino sono due: il primo è la qualificazione di trattamento sanitario alla modalità artificiale di somministrazione di cibo e acqua; portato all’estremo, rischiano pure i neonati che non prendono il latte materno: il biberon è o non è una forma artificiale di assunzione? Il secondo è che la volontà di non restare in vita può essere desunta da qualsiasi fonte, perfino da una mezza frase pronunciata vent’anni prima: non si sa detta in che modo, a causa di quali suggestioni, e comunque in condizioni diverse da quelle della non autosufficienza.
La pronuncia del Tar Lombardia ha aggiunto qualcosa di più: non solo si può uccidere una persona perché gravemente disabile sulla base di un consenso remoto e presunto, affermando che dare cibo e acqua costituisce accanimento terapeutico; ma se i medici cui ci si rivolge non si prestano a togliere la vita, il sistema regionale nel quale essi sono incardinati ne risponde sul piano risarcitorio. Scrive il Tar: «Si è impedito quindi al ricorrente di dare seguito alla volontà della figlia di non continuare a vivere quello stato di incoscienza permanente, essendo stata accertata con le più volte citate pronunce giurisdizionali – rese sia in sede civile che amministrativa e passate in giudicato – l’incompatibilità di uno stato vegetativo con lo stile di vita e i convincimenti profondi riferibili alla persona, correlati ai fondamentali diritti di autodeterminazione e di rifiutare le cure».
Il di più è il capovolgimento di una prospettiva: in un ordinamento civile la lesione alla vita è fonte di danno. Per il Tar è fonte di danno lasciare in vita un essere umano. La Lombardia non si è rassegnata a questa logica. Attendiamo il Consiglio di Stato, ma nel frattempo cogliamo il segno di speranza lanciato dalla più importante istituzione regionale italiana, che non si è fatta condizionare dall’ideologicamente corretto. Non poco di questi tempi.
Foto Ansa
[cham_piede]
Articoli correlati
37 commenti
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
Benissimo.
La Regione Lombardia perderà il ricorso, e questo rafforzerà le decisioni e le ragioni contrarie.
Forza Tafazzi!
Tafazzi approverebbe una giistizia che si dedica ad autodistruggere l umano…
La Regione Lombardia ha ragione scientificamente e giuridicamente.
Le condizioni richieste per sospendere l’alimentazione a Eluana erano due : provare che questa era la sua volontà e dimostrare l’irreversibilità del suo SVP.
La seconda cosa è indimostrabile a tuttoggi scientificamente in tutto il mondo.
La Regione Lombardia sostiene da anni uno studio dell’Istituto neurologico Besta di Milano fatto per identificare evenmtuali fattori o indicatori di reversibilità o meno negli SVP.
Lo studio è ancora in corso,e i risultati non sono ancora disponibili.
Io voglio essere una cacca, lasciatemi fare altrimenti vi denuncio
riuscire nell’intento non ti costera’ molta fatica,cl terzo mondo
E’ omicidio per procura.
Chiedere ad un altro (Stato) di uccidermi.
Siamo alla follia
“la lombardia” non e’ certo la cricca che l’ha governata negli ultimi anni. Il sig Englaro ha visto riconosciuti i suoi diritti in sede giudiziaria. E al prossimo giro elettorale sistemeremo le pendenze politiche in sospeso.
Cosa è, una minaccia? La minaccia della vera cricca, che il popolo non sa cosa sia e disprezza 30 anni di buon governo.
eccone un altro che minaccia campi di rieducazione in stile pol pot (del resto un tempo erano amicissimi)
Credo che sia sempre il solito, si riconosce dalle “pendenze sempre in sospeso” che deve sistemare. E’ fatto così, spera che lo stato lo ammazzi magari sulla parola d’onore di un padre affettuoso , con occhi di pesce lesso, che gli dice in sede giudiziaria “me lo ha raccomandato lui … parola mia”.
ecco,redazione,per approvare in fretta testamento biologico e legge sul fine vita ci servono precisamente questi 4 deficienti ,non uno che sappia difendere la vostra “posizione” con argomenti lucidi. perfetto.
Rassicurerei tutti i lettori, ma soprattutto l’onesto Hawk, sulla genuinità dei trollonzi adepti della desiata morte, ma son sicuro che qualcuno sicuramente penserà di essere di fronte a gentaglia troppo ebete per non essere costituita da provocatori fake…
Leggere e capire bene la canzone di V. Rossi:
“Liberi liberi siamo noi però liberi da che cosa…”
Letto titolo e sottotitolo: Dio benedica Maroni.
una soluzione c’è ed è semplicissima: consentire la dichiarazione anticipata di trattamento. così non si dovrà desumere. solo rispettare.
Certo, e quando le dichiarazioni non contemplano quel caso specifico, oppure quando sono superate dai progressi scientifici o se qualcuno non è interessato a stenderle? Che si fa? Si desume o si rispetta?
Senza contare che mi dovete spiegare il passaggio tramite il quale una volontà ipotetica diventa reale, senza poter essere verificata.
come no,hai mai sentito parlare di esecuzioni testamentarie ? in quasi tutto il mondo e’ prevista tale opzione,e lo sara’ presto anche in questo paese. voi potete accelerare le cose fomentando la vostra solita inutile caciara : prima o poi capirete che le macchiette cristianiste ci danno un aiuto enorme. per esempio : mettetetevi ritti in qualche piazza,in silenzio,e’ senz’altro la maniera migliore di riscuotere simpatie.
“Cristianiste”….Cari laicisti, siete dei maghi a costruirvi il nemico e a perseguirlo. Intanto costruite un futuro di morte per tutti.
Non hai mai visto qualcuno che nella solitudine, magari dell’abbandono della propria famiglia dichiara che in certe situazioni vuole morire per poi, quando i fatti accadono, attaccarsi alla vita oltre ogni immaginazione?Eppure la nostra creazione nella Bibbia inizia con un “non è bene che l’uomo sia solo” identificando il male principe di ogni essere umano. Non capisci che l’uomo che “dichiara” è una semplice punta di un iceberg.
Gli vuoi mettere un notaio al capezzale?
Il Comandamento “non uccidere” si può superare con la combinazione “guarda altrove” e “notaio al capezzale”?
In quale parte del Vecchio Testamento l’hai letto?
In quale parte del Nuovo Testamento l’hai letto?
Trattasi del Vangelo secondo E. Bianchi?
Mi spieghi la differenza tra il tuo cattolicesimo e l’insolenza di Galasi?
Quando dirai qualcosa di cattolico?
PaolaB … era un piccolo ed umile post rivolto alla sua cattolicissima persona.
” il male principe ” non va bene preferisco “debolezza”
rifiutare le cure è stato quello che, a un certo punto dello loro malattia, hanno fatto, per esempio, papa Wojtyla e il cardinale Martini. chieda a loro se era una cosa cattolica. toni, lei fa sempre lo stesso errore. pensa che la sua declinazione della fede sia l’unica possibile.
Figurati se non avevi acquisito anche l’optinal di sostenere che il rifiuto dell’accanimento terapeutico di Wojtyla è paragonabile al considerare terapia l’alimentazine e l’idratazione o l'”esecuzione testamentaria” che fissa il comportamento di un medico indipendentemente dala sua scienza e cosciena.
Non è questione di declinazione della fede:
Non capisci le differenze tra le cose ;
Bruci parte del Vecchio e Nuovo Testamnto e sostituisci le pagine con le riviste patinate alla moda..
credo toni (e ne sono lieta per lei) che lei non sappia, non abbia vissuto o visto vivere da vicino nulla di questo genere di cose. e le auguro con tutto il cuore che mai un medico debba decidere per lei su come e quando lei possa “andare dal Padre”.
quanto al papa ha liberamente e cristianamente rifiutato l’accanimento terapeutico del sondino. cioè nulla di più di quanto sarebbe possibile indicare nelle DAT. cosa c’è di male in questo?
Che quello che racconti è una leggenda strumentale propagandata dai Radicali, ma non ha nessun riscontro in nessun biografo di entrambi i personaggi che citi.
Contrariamente a quello che pensi io vicino a queste cose ci ho vissuto per tantissimo tempo. E so anche che chi ha detto per una vita in salute di voler staccata la spina se la salute venisse meno quando la vita l’ho posto di fronte alla malattia il sua attaccamento alla stessa si è centuplicato. Se c’era il tuo notaio al capezzale non l’avrei saputo.
L’essere contro l'”accanimento terapeutico” è stato detto dalla Chiesa in tutte le tonalità
Qui parliamo d’altro ed è l’assurdità della tua posizione cattolica:
Sei come un tifoso della Fiorentina che pretende nel relativo club il manifesto di Pogba e di Buffon … per una “declinazione” de modo di essere tifoso.
toni, per piacere non mistifichi. “staccare la spina” è un’espressione che con l’alimentazione forzata non c’entra nulla. se non riusciamo a tenere separate le cose non ci intendiamo. e se lei vicino a queste cose ci ha vissuto sa benissimo la differenza, dopo di che mi scuso per avere pensato ancora una volta erroneamente che si possa discutere di queste cose nel merito e non per ideologia. capisco che è inutile. buona giornata.
p.s. @Felpa: se vuole credere così padronissima. ma sappia che è vero e io i fatti li ho letti sulla stampa cattolica. poi le interpretazioni possono divergere (lei ce l’ha con l’interpretazione che diede Micromega delle ultime decisioni mediche riguardo la malattia di papa Wojtyla, ma il fatto in sé non lo nega nessuno. il papa rifiutò il sondino. fu in grado di rifiutarlo. come Martini fu in grado di rifiutare la peg. l’argomento del contendere non è il rifiuto di queste cure su cui, quando sono accanimento terapeutico, anche la chiesa concorda. il punto è che quando si arriva al momento cruciale non più in grado di intendere e di volere, ci vuole qualcuno che possa decidere per te o che tu possa aver detto in anticipo cosa vuoi per te in quella data situazione. e una legge che imponga al medico di rispettare quelle volontà. non stiamo parlando di euthanasia né di suicidio assistito. ma che parlo a fare… queste cose le sapete tutti benissimo…
paolab un’idea tua mai ,una persona vera che ha conosciuto mai ,un malato vero che hai aiutato, non aiuti manco stessa, stai giorno e notte a controllare su internet mentre la vita vera va da un’ altra parte, le persone vere vivono ,vogliono bene, escono, vedi un po’ che alla fine al momento cruciale tu non avrai nessuno che si accorga se ci sei o non ci sei più, tu che sei la candidata perfetta all’eutanasia, attenta a non sbilanciarti troppo, che ci rimani
Anche a me aveva incuriosito l’affermazione di paolab che per affrontare un tema così delicato si basa su qualche frase estrapolata dalla stampa, come se non avesse una vita sua cui far riferimento.
La qual cosa si capiva anche se non avesse citato le fonti, dato il distacco e l’asetticità delle sue fredde parole, da spettatrice dei drammi altrui, puro pretesto per pontificare.
Non che non sia in buona compagnia, vedi il livello su facebook.
La vita è altro, per fortuna, non stare alla finestra a sputare di sotto.
Pare che la redazione non gradisca che ti risponda per dire come sono mortificato dalle tue scuse.
Per 2 volte non ha gradito
Micromega è il meschinissimo giornalino della chiesa di Flores d’Arcais. Giovanni Paolo II non rifiutò nessun sondino, ma avvertì i presenti a desistere dagli affanni e ad aiutarlo a prepararsi spiritualmente alla casa del Padre. Quanto a Martini, chiese solo di essere sedato per non sentire i dolori atroci della agonia.
“Da quanto ha dichiarato il suo medico personale, Gianni Pezzoli, si è verificata un’ultima crisi particolarmente grave a metà agosto e il cardinale non è stato più in grado di deglutire cibi, né solidi né liquidi. Si è allora prospettata l’eventualità di una alimentazione per via enterale, attraverso un sondino. Il cardinale ha scelto di non farsi praticare questo trattamento considerato l’avvicinarsi ormai imminente del termine della sua vita”
tragga lei le conclusion che ritiene. questo tipo di decisioni è del tutto compatibile con il catechismo della chiesa cattolica. quello che mi sembra importante è che questo tipo di decisione possa essere espresso da una persona anticipatamente, in modo che la stessa decisione possa essere presa anche se la persona ha perso coscienza. senza che sia il medico a decidere per lei. ciascuno dovrebbe avere una persona di riferimento che possa valutare per legge queste decisioni con il medico. cosa che a volte avviene anche oggi ma non è normata.
Che l’accanimento terapeutico sia immorale per la chiesa è risaputo . Non è neppure in discussione la libertà per uno che è cosciente di rifiutare quello che vuole (accanimenti o cure ). Quindi dici una cosa quasi giusta per farne un uso sbagliato (un poco come nelle tentazioni del demonio che usa citare la bibbia) proponendo il salto della quaglia dove deleghi un esecutore ( come da vangelo secondo micromega) a gestire il trapasso ignorando che non è una situazione assimilabile e quella del “cardinale” (che ha esercitato una sua volontà in una malattia progressiva … non caratterizzata da una situazione di stabilità come per Eluana) per convertirla in una situazione dove per forza di cose la volontà non può mai essere certa in maniera definitiva (chi te lo dice se un istante prima d perdere coscienza se avesse cambiato idea) e dove uno è parte attiva a sopprimere una persona. .
Poi con la superficialità che ti contraddistingue non ti azzardi minimamente a vedere le conseguenze che si vedono legittimate da una tale decisione.
PS: Considerando la fonte a cui attingi per farti opinioni cattoliche mi sembri come una che attinge a piene mani da Riina per comprendere la legalità.
Ho dovuto fare delle rivisitazioni nel contenuto rispetto alla versione originale del post.
Tu non hai fatto nessuna discussione nel merito ed io non ho detto nulla di ideologico e, conformandoti come cattolica di prima grandezza, non cogli che nel momento che scrivi “ci vuole qualcuno che possa decidere per te “ti catapulti nel baratro dove qualcuno ha questo potere di “staccare le spina” magari mstificando carità verso il malato ed occultando le reali intenzioni.
Poi, anche se cerchi di sminuire la cosa, si vede alla grande che ti è partcolarmente garbato l’articolo di Micromega con la ricostruzione (perché di questo s tratta, dato che all’autrice dell’articolo è mancato qualsiasi contatto da parte diretto con il San Giovanni Paolo II) Non mi meraviglia quest’ultima cosa , è perfettamente coerente con il tuo cattolicesimo e fai tranquillamente di peggio.
toni, la mia fonte è un’intervista a radio vaticana di monsignor roberto colombo, docente alla facoltà di medicina dell’ospedale gemelli di roma.
Qualsiasi fonte hai il problema non è la decisione sul il decorso che ha fatto una malattia progressiva, neppure la scelta volontaria (che può essere criticabile o meno) ma LA DELEGA…. capito? LA DELEGA che dai ad un’altra persona per sopprimerti. Capisci che cambia tutto? Tu dribbli questo elemento spalmando alla meno peggio come si trattasse di una cosa da nulla.
Papa Wojtyla e il card Martini non avevano prospettive di sopravvivenza significativa . Una persona in SVP può vivere anche 20 anni.