L’Italia bombarderà la Libia – Rassegna stampa/1

Di Redazione
26 Aprile 2011
Lo annuncia il premier Silvio Berlusconi dopo una telefonata con Barack Obama, a fronte delle insistenze del capo dei ribelli Mustafa Abdul Jalil. Il ministro della Difesa La Russa assicura che non ci sarà mai il rischio di colpire obiettivi civili ma l'obiettivo della missione, come scrive il Washington Post, ormai è "uccidere Gheddafi". Oggi Berlusconi incontra Sarkozy

Dopo una lunga telefonata con il presidente Usa Barack Obama, ieri il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha annunciato che anche l’Italia comincerà a bombardare la Libia, secondo una decisione presa dopo l’incontro a Roma con il capo dei ribelli libici, Mustafa Abdul Jalil, che avrebbe richiesto un maggiore intervento italiano.

“Berlusconi oggi incontra il presidente francese, Nicolas Sarkozy, che fin dall’inizio delle operazioni è il fautore più convinto della guerra contro il rais libico Muammar Gheddafi, e non è un caso che l’annuncio italiano sia arrivato alla vigilia del vertice italo-francese. Secondo fonti della Farnesina, il premier italiano, che aveva resistito senza problemi alla pressione Nato e del suo segretario Andres Fogh Rasmussen, non poteva più tardare sull’annuncio: se l’avesse fatto oggi sarebbe sembrata un’operazione di persuasione vittoriosa del francese Sarkozy” (Foglio, p. 1).

Il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha sottolineato che «manderemo sempre dei Tornado ma di altro tipo, adatti a colpire bersagli al suolo con dei missili di precisione. Ma non attaccheremo mai obiettivi militari dentro le città, per evitare al massimo il rischio di colpire i civili per sbaglio».

“Ma ormai (…) appare chiaro che quella del nudo ‘mandato umanitario’ Onu è una finzione che non regge più. (…) Le critiche piovono soprattutto sul reale obiettivo della guerra (…). Nel primo discorso per spiegare l’intervento, il presidente Obama disse a chiare lettere che «allargare la missione fino a includere un regime change sarebbe un errore». Eppure, nell’editoriale a tre firmato con Nicolas Sarkozy e David Cameron, si è contraddetto una prima volta promettendo di continuare «fino a quando Gheddafi non se ne andrà»” (Foglio, p. 1).

“Ora l’uso dei droni sembra mirato a ‘uccidere il leader libico Muammar Gheddafi o qualcuno dei suoi stretti collaboratori’, scrive David Ignatius, esperto di cose militari del Washington Post. (…) Nei fatti, la Casa Bianca sta sposando la linea esplicitata sabato dal senatore repubblicano Linsday Graham. ‘Bisogna tagliare la testa del serpente. Il rais e i suoi si devono svegliare ogni giorno pensando: «Sarà l’ultimo?»” (Foglio, p. 1).

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