Dopo la lunghissima trattativa sull’addizionale Irpef, durata circa 15 ore e con 91 emendamenti ancora da discutere, i tempi per parlare del bilancio di previsione per il biennio 2012-2014 del Comune di Milano si fanno stretti. Se non venisse approvato entro il 30 giugno, infatti, Milano perderebbe i 20 milioni di euro promessi dal governo. Nel calderone dei numeri c’è anche la spinosissima questione Imu. E il settore del no-profit, per bocca di Rodolfo Masto, presidente dell’Istituto dei ciechi di via Vivaio, lancia l’allarme: «Il mio è un esame molto spannometrico, ma secondo i nostri calcoli l’Imu peserà sul settore del no-profit per circa 30-40 milioni di euro, come minimo». «Oltretutto – continua Masto – non bisogna pensare solo ai grandi enti ma anche alla piccola onlus, che magari possiede due o tre appartamenti ricevuti da qualche donatore e con quegli affitti paga il personale per i servizi ai propri assistiti».
Nel caso specifico dell’Istituto, una delle più antiche istituzioni della città che da 170 anni opera a favore dei non vedenti, la tassa sulla casa potrebbe pesare fino a 400mila euro, su un bilancio di poco più di 11 milioni di euro. «E il 40% del patrimonio immobiliare è destinato dall’ente ai disabili». Che fare? L’assessore al bilancio Bruno Tabacci ha lanciato l’ipotesi di un referendum per dare la parola ai milanesi sul destino di Sea e consentire loro di valutare cosa voglia dire cedere le partecipazioni del comune invece che subire tagli di bilancio e di servizi o un aumento della pressione fiscale. Una proposta ripresa anche dal sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, in risposta alle perplessità suscitate da una possibile nuova dismissione del 50,1% del capitale di Sea da parte di Palazzo Marino.
«Parlare di Milano col cuore in mano non è una banalità: l’attenzione ai più deboli fa parte del dna di questa città» commenta Masto. «Io credo che Tabacci abbia ragione. E visto che la beneficenza è ancora molto attiva, perché non proviamo a chiedere davvero alla città se è così disponibile a far sì che questo settore venga duramente colpito?» Tutti gli enti hanno lo stesso problema? «In base alla circolare ministeriale, i comuni possono esonerare o scontare l’Imu alle onlus. Immagino che anche il ministero si sia reso conto delle ricadute che un’impostazione del genere potrebbe avere, ecco perché la scelta è solo e unicamente del comune. Anche alla luce di questo, mi permetto di richiamare l’amministrazione: non possiamo permetterci di togliere risorse ai servizi».