L’originalità è nel tornare all’origine
«Questo no: quando sarà il momento non prendetemi questo, vi prego! Piuttosto aspetto ancora tre anni!». A rabbrividirlo come un 40 di febbre è un nuovissimo modello di telefonino, il light phone: un pionieristico brevetto per un oggettino che vanta la particolarità di poter soltanto chiamare. Al di là di questa peculiare funzione, non fa null’altro (nemmeno memorizzare numeri in rubrica).
Al momento è un prototipo che sarà pronto per il mercato a metà 2016 (praticamente insieme ai prossimi Google-glass). Oggi, un telefonino che chiama soltanto è un po’ come una salumeria che vende solo salame, o una pizzeria che sforna solo margherite: di certo, si diversifica.
A pensarci: in tutto questo ben-di-Dio che al giorno d’oggi ci circonda, per dirla con Gaudì: «La vera originalità consiste nel tornare all’origine». Se per certi versi, il ritorno all’origine è un lusso (il telefono sopracitato costerà cento euro), mi sto convincendo che nel nostro mondo così complesso, per tanti altri versi sarebbe un’opportunità.
Restando nell’ambito del comunicare, a me non spiacerebbe ad esempio:
- Uno. Trasmettere ai miei figli che quando dico che “è pronta la cena”, intendo appunto “la cena” – concetto tradizionale e al singolare – e non invece enne modernissimi menu personalizzati.
- Due. Sapergli insegnare ad aspettare e a chiedere eventualmente a Gesù Bambino, quando a luglio sentono il bisogno travolgente e impellente dell’ultima versione di FiFa per la Wii.
- Tre. Fargli capire, senza ricorrere a tediosi predicozzi, che il momento clou del battesimo a cui siamo stati domenica si è consumato al fonte battesimale, e non due ore dopo alla fontana di cioccolato sul tavolo dei confetti.
[pubblicita_articolo]Senza contare – last but not least – che in un contesto sociale, dove esistono famiglie con due mamme e due papà, raccontare ai bambini – come si faceva una volta – che sono stati portati dalla buona vecchia cicogna sembra rimasta l’unica spiegazione plausibile per tenere insieme il tutto.
Insomma, basta che mi fermi un attimo, che mi sento presa per le orecchie e richiamata a tornare all’origine. Delle funzioni, dei significati, dei modi.
Per me – che non potrei mai rinunciare al mio iPhone&co. – l’appello non poteva che passare attraverso l’ultimo gadget tech. Bizzarro? Forse nemmeno troppo: se per Google-map la strada è una sola, nella vita vera a ognuno spetta un suo percorso esclusivo.
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