LEVADA, UN AMERICANO A ROMA

Di Lorenzo Albacete
19 Maggio 2005
IL NUOVO PREFETTO DELL'EX SANT'UFFIZIO, PORTA IN VATICANO LA VITALITA' DI UN CATTOLICESIMO DELLA LIBERTA' CHE NON CEDE AL RELATIVISMO

Il problema con tutti i miei amici che ottengono posti elevati in Vaticano è che perdo l’opportunità di frequentare le loro belle case nel luogo dove avevano le proprie diocesi. Ora, a San Francisco, devo trovarmi un hotel economico, perché l’arcivescovo William J. Levada è stato nominato prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede. Il vantaggio di questa nomina, ovviamente, è che forse posso convincerlo a distruggere tutti i documenti nascosti che possano compromettere la mia reputazione di teologo privo di qualsiasi inclinazione eretica.
Ho incontrato per la prima volta l’arcivescovo Levada a Roma, verso la fine degli anni Settanta, quando lavorava nella Congregazione per la Dottrina. Era una persona alla buona e allegra, un tipico americano di Los Angeles. Ho scoperto che il suo orientamento teologico coincideva con quello di coloro che cercavano di completare l’opera del movimento di “ritorno alle fonti”, ossia il recupero della sintesi tra dottrina, morale e spiritualità realizzata dai padri della Chiesa. La nozione biblica (soprattutto paolina) del Mistero aveva per costoro un’importanza centrale, tanto che li si definiva come il Partito Mistico (il termine mistico, infatti, originariamente significava “in conformità con il Mistero”, e non si riferiva, come oggi, a straordinarie esperienze “spirituali”). Levada era chiaramente un membro di questo partito. Avevamo eroi simili, compreso il teologo Joseph Ratzinger. Poiché il Partito Mistico voleva sfuggire alla contrapposizione tra liberali e conservatori, finì per non raccogliere la fiducia né degli uni né degli altri. Questo vale anche per l’arcivescovo Levada. Per questa ragione, la sua nomina a prefetto della Congregazione per la Dottrina ha suscitato reazioni miste negli Stati Uniti: un piccolo raggio di speranza per i liberal e una certa curiosità da parte dei conservatori. In una recente conferenza stampa, Levada, per distinguersi dall’immagine di Ratzinger come “rottweiler di Dio”, si è definito semplicemente un “cocker”, e poi ha chiesto ai giornalisti di non pubblicare questo commento.

GUARDARE AL FUTURO SENZA PAURA
Il punto della questione è che l’arcivescovo Levada sarà un difensore della Dottrina della Chiesa altrettanto deciso e risoluto del suo predecessore e ora capo supremo. Su questo non esiste il minimo dubbio. Ma l’arcivescovo Levada è un americano, anzi, un americano della California, e la decisione di Benedetto XVI di nominarlo a uno degli incarichi più importanti del Vaticano è uno straordinario esempio della determinazione del nuovo Papa di “uscire fuori dagli schemi” per la composizione del proprio “gabinetto”. In quanto americano, Levada porta nelle più elevate cerchie della Santa Sede l’esperienza di un cattolicesimo che ha affrontato per oltre duecento anni le sfide (e sfruttato i grandi vantaggi) poste da una separazione tra Chiesa e Stato fondata non su una lotta tra pubblico e privato ma sulla necessità di impedire allo Stato di diventare l’autorità “religiosa” della società. Levada appartiene anche a un popolo ancora convinto che la “libertà” sia una causa per la quale è degno combattere. Appartiene a un paese che possiede ancora un patrimonio di valori religiosi non confessionali che fanno da barriera alla “dittatura del relativismo”, e nel quale il cattolicesimo è in fase di grande crescita grazie all’apporto vitale degli ispanici e di altri “nuovi popoli” nemmeno lontanamente tentati dal “pensiero debole”. (Nella sua ex diocesi di Los Angeles, la Chiesa cattolica è formata per più del 50 per cento da ispanici).
L’arcivescovo Levada guarda al futuro senza averne paura, ed è questo il contributo che saprà dare alla Chiesa di Benedetto XVI. Un californiano alla guida della Congregazione per la Dottrina della fede? è stupefacente; val bene la necessità di doversi cercare un albergo a San Francisco.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.