
Lettere 13
Dal carcere (e da Visco)
Caro direttore,
ieri ho ricevuto “l’anteprima” di Tempi, siete formidabili!!! Complimenti! La nuova avventura con il Giornale è il prosieguo di un’opportuna ricerca di maggior diffusione che porterà un pubblico sempre più vasto ad apprezzare i contenuti tipici di Tempi e, senza nulla togliere alla qualità de il Giornale, sono sicuro che riuscirete a portare beneficio a qualsiasi testata con cui uscite in abbinata. Carta da quotidiano, carta povera… ho la fortuna di conoscervi fin dai vostri esordi, per cui apprezzo e accolgo con entusiasmo le vostre scelte editoriali, proprio perché sento mio lo spirito e la coerenza con cui viene gestita la linea. Io mi sento parte di Tempi, non solo per l’amicizia fraterna che ci lega o per le belle cose che, grazie a te, abbiamo realizzato insieme, ma proprio e soprattutto per il comune sentire che ci unisce. Anche il vostro modo d’essere contro è davvero eccezionale e piace subito a tutti coloro i quali s’imbattono casualmente nella lettura di Tempi. Spero che possa aumentare la raccolta pubblicitaria per foraggiare le casse, in maniera, inoltre, che qualche carcerato come me e tanti altri amici anch’essi meno fortunati, possano continuare a ricevere Tempi. Volevo parteciparti queste mie sensazioni e comunicare a Voi tutti di Tempi la mia grande stima e il mio infinito affetto. Ne approfitto per divulgare i saluti a tutti i cari amici che mi leggono. Ciao
dal Carcere di Bergamo, Bruno Turci
Grazie, amico.
Caro Direttore,
sembra incredibile! Arriva la tua richiesta d’aiuto (scadenza mio abbonamento a Tempi) e Visco m’invia un rimborso del 1994 di tasse per £1.000.000, non ci volevo credere… ed ecco qui la ricevuta del rinnovo al nostro settimanale.
Peppone Chiappa, Palermo
Il Grande Vecchio
Caro Direttore,
apprendo che lo strano passaggio dell’editoriale del Corriere della Sera di lunedì 26 marzo (“Non è stata una domenica tranquilla quella trascorsa da Indro. Ne siamo testimoni. Lui ci ride sopra, noi no”), si spiegherebbe con la circostanza di una lettera di pesanti minacce recapitata il giorno prima nel ristorante dove generalmente Indro Montanelli va a pranzo. Dopo che hanno messo in pista gli sprangatori della satira di Stato e averli difesi dal vertice della TV di Stato e aver denunciato il leader dell’opposizione come “manganellatore” e “censore” perché non ha offerto l’altra guancia a chi lo lo vorrebbe morto prima che arrivi il 13 maggio (così magari il Piacione ce la fa a battere se stesso), non è che adesso stanno pianificando il martirio (naturalmente speriamo tutti solo a parole) del Grande Vecchio?
El Topo, giunta via Internet
Di matti ce ne sono tanti in giro, non c’è niente da scherzare, se fossimo Berlusconi offriremmo a Montanelli una decina di guardie del corpo. Certo, la telenovela del Montanelli portato in giro come testimonial di Rutelli è una sceneggiata un po’ pietosa. Non per il buon Indro che ha un’età in cui anche il più piccolo rancore si carezza forse più per la gioia del narciso che è in noi, che per la gioiosa macchina da guerra del Potere (che Montanelli ha sempre scritto di aver voluto sfidare e che ha praticato in modo gagliardo soprattutto da quando il potere lo costrinse a fare Il Giornale). Okkio al Grande Vecchio.
Protesta di un abbonato (e comunicazione di servizio ai nuovi lettori e abbonati)
Carissimi amici,
spero vivamente che la bella pensata giuntami col numero 10 di Tempi sia stata un anticipo del pesce d’aprile … La carta da voi usata è meno “dignitosa” di quella della pubblicità della Trony recapitatami giusto stamattina. Porto il Tempi a scuola (quello in carta lucida patinata a cui ero abituata) e devo dire che i colori vivaci, le copertine provocatorie e la “veste dignitosa” sovente hanno attratto l’attenzione dei colleghi che incuriositi hanno chiesto di che giornale si trattasse; dubito che la nuova veste possa attrarre l’attenzione di qualcuno, dotato di un minimo buon gusto… Potrei ancora apprezzare l’abbinamento di Tempi con il Giornale (mentre sinceramente mi ha molto infastidito l’abbinamento con il Sole 24 Ore, che mi ha riempita la casa di carta da smaltire e basta), ma non vedo perché lo dobbiate fare peggiorando la carta di Tempi! Apprezzo il vostro lavoro, lo sostengo e cerco di diffonderlo, ma mi pare che stiate veramente esagerando! Come Catilina. Spero che altri si lamentino in modo da farvi recedere dalla vostra turpe intenzione
Brunella Rosano e famiglia, giunta via Internet
Grazie dell’arguta franchezza, cara Brunella. Ma vede che abbiamo subito cambiato rotta e scelto una carta più decente? Certo, il vestito rimane povero e striminzito rispetto a quello indossato dalle corazzate del magazine italiano, ma se “carta canta” è anche vero che “carta costa”. Passare da 10mila a 100mila copie, dovendo contare esclusivamente sulle nostre forze è una bella impresa, no? Il Giornale? Crediamo abbia fatto già molto nell’ospitarci a palazzo di una grande testata e offrirci così l’opportunità di farci conoscere ai suoi lettori. Cari abbonati della prima ora: avevamo o no il dovere di levare prima o poi le àncore dal porticciolo in cui sostavamo beati col nostro piccolo bastimento e tentare di condurvi nella perigliosa ma affascinante sfida della navigazione in mare aperto? Perciò coraggio, abbonamenti e pubblicità sono le nostre uniche risorse per viaggiare. Cosa diciamo ai nostri nuovi lettori del Giornale? Semplicemente di non giudicarci per il vestito che indossiamo, ma per quello che ci troveranno dentro. Che comunque, grazie a tutti voi, nuovi e antichi lettori, speriamo di far crescere, entro fine anno, in foliazione, qualità e decoro.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!