Lettera dal bunker del Foro Italico

Di Roberto Perrone
24 Maggio 2000
Sport uber alles

Vi scrivo, alla vigilia dell’ultima tormentata giornata del campionato di calcio 1999-2000, dal bunker sotto il campo centrale del Foro Italico a Roma, mentre uno slovacco e uno spagnolo stanno scambiandosi pallettate incuranti di quello che accade attorno a loro. Ieri i simpatici tifosi laziali hanno messo a ferro e fuoco un paio di vie e qui si sistemano i sacchetti di sabbia: domenica, cento metri più in là, gioca la Lazio e se non si verificheranno due situazioni (scudetto alla squadra di Eriksson o spareggio) a qualcuno potrebbe venir voglia di sfogare la sua rabbia sui pacifici frequentatori del tennis. Non so se sopravviveremo all’attacco. Mi sembra di essere a Berlino nel ’45 e non saprei scegliere tra un ultrà laziale incazzato e un cosacco del Don. Certo la vita è strana: dobbiamo subire un danno sociale perché un arbitro ha fischiato prima un corner che non esisteva e poi un fallo che non c’era nella mischia più corretta dall’invenzione del football. Ho già detto come la penso. Volete cambiare il calcio? Non andate allo stadio, non comprate gadget, non accendete la Tv. Nel 1974, da ultrà genoano, diedi la caccia, in un memorabile pomeriggio di aprile, ai tifosi della Juve, al grido: “Ladri, ladri”. Cos’è cambiato da allora nell’immaginario popolare? La Juve, per l’altra metà d’Italia, ha sempre rubato gli scudetti, anche se non è vero. Ho l’impressione che si vada verso la ricerca del capro espiatorio, del grande satana, del Licio Gelli di turno. Colpirne uno per accontentarne cento. Già visto. Poi si ricomincia.

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