Le tre “forme” del pensiero della Parietti

Di Lodovico Festa
18 Luglio 2002
La democrazia è infatti una costruzione che, prima ancora di comporsi di istituti di rappresentanza e di bilanciamento dei poteri

«La democrazia è infatti una costruzione che, prima ancora di comporsi di istituti di rappresentanza e di bilanciamento dei poteri, ha come propria anima insopprimibile la piena libertà di parola», scrive Nando Dalla Chiesa sull’Unità. Quel che si chiama un manettaro gentile: vuole cacciarvi in galera ma lì vi lascerebbe dire tutto quel che volete. *** «C’era una volta un Parlamento (con la maiuscola) che offriva al pubblico delle tribune, in mancanza della televisione, spettacoli edificanti», scrive Luigi Pintor sul Manifesto. Nel resto dell’articolo spiega come quell’antico Parlamento sia sostanzialmente diventato oggi un’aula sordida e grigia. Chi mandiamo a sgombrarlo? La polizia giudiziaria di uno dei pm che scrivono sul Manifesto o il servizio d’ordine della Cgil? *** «C’era all’epoca un movimento armato nelle università che stava passando alla clandestinità. Li incontravo, per non destare sospetti, nelle hall dei grandi alberghi internazionali. Parlavamo di rivoluzione», dice Luciana Castellina al Corriere della Sera. Si riferisce a studenti di Tokyo. Che poi fondarono l’Armata rossa giapponese. Mentre lei continuò la sua rivoluzione. Però sempre (e solo) nelle hall dei grandi alberghi internazionali. *** «Non è vero che ho dei problemi con Cofferati, che non l’appoggio: io lo cerco sempre, lui non risponde mai», così la Stampa riporta una frase di Piero Fassino. Parole da leader. *** «L’aggettivo deludente, in quella dichiarazione fatta assieme a Enrico Letta, l’avevo usato per tutta la parte del Patto riguardante fisco, ammortizzatori e altro. Non era riferito all’articolo 18 sul quale esprimevo e ribadisco contrarietà ricorrendo, se si vuole, a tutti gli aggettivi che a Cofferati possono piacere», dice al Messaggero Pierluigi Bersani. Parole da braccio destro di un leader. *** «Esistono persone grossolane, ignoranti, disoneste in Italia, come ne esistono, ne siamo certi, in tutti gli altri paesi del mondo. Lo sgomento ci assale quando quelle persone, se fanno politica, ricevono voti, quando ricevono, nelle attività che svolgono, tanta attenzione nei programmi televisi, negli articoli di giornale», scrive Piero Ottone su Venerdì. Tutti quei volgaroni pieni di successo. E una personcina così a modino come il nostro Ottone, che non se lo caga più nessuno. *** «Immagino un telegiornale dove tutti possono parlare ed esporre così le proprie idee, un telegiornale dove sia possibile discutere su almeno tre forme di pensiero», dice Alba Parietti all’Unità. Tre forme di pensiero. Siamo ben oltre la propostuccia dei due conduttori per trasmissione. Enzo Biagi si è messo a fare il collaborazionista. Ma l’Unità ha trovato subito un altro leader della Resistenza sul fronte televisivo. *** «Mi auguro che il numero uno della Cgil possa essere l’elemento unificante del centrosinistra», così il Corriere della Sera riporta una frase di Massimo Cacciari. Il filosofo ci sembra in questa sua dichiarazione ancora più lucido del solito. *** «Il rischio è una mutazione genetica del paese», dice Pietro Folena al Manifesto. Uno ascolta e riascolta Folena. E si chiede ma che cosa è successo alla politica, alla sinistra, alle élite di questo paese? E la tentazione di puntare sulla mutazione genetica, diventa irresistibile.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.