Le storie dure e commoventi dei ragazzi di X Factor

Di Walter Veltroni
06 Ottobre 2017
Hanno alle spalle esperienze difficili ed estraggono dalla loro pena qualcosa di immenso. Sono intensi, profondi e quella esibizione è il loro riscatto

x factor ansa

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Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Ammetto, anzi confesso, di commuovermi a ogni puntata di X Factor. Ho cercato le ragioni di questa emozione. E ne ho trovate molte. La prima: la gola mi si stringe specialmente alle audizioni, quando arrivano frotte di ragazzi, ho letto che sono state centinaia di migliaia in questi anni, che vengono accolti come persone tutte con la stessa opportunità. Non contano il sesso, il colore della pelle, il reddito familiare.

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]E allora, quando salgono sul palco, si fa silenzio e la telecamera inquadra il volto atterrito del concorrente a me viene da pensare alle loro stanze, in casa. Un bambino ha sempre la porta aperta, un ragazzo sempre chiusa. Perché lì custodiscono i segreti della loro trasmutazione, lì mettono al riparo le proprie incertezze e scoperte. Li immagino fingere di avere in mano un microfono o la chitarra acquistata dai genitori, cercare su Youtube la loro canzone preferita e cantarci sopra. Li immagino con gli occhi chiusi per cercare il sogno di un palco, degli applausi, il riconoscimento della loro identità e del loro talento. Quando iniziano a cantare sulla ribalta di X Factor sono soli con se stessi. È la loro occasione. In quei due minuti ci sono anni di studi, di pomeriggi, di fantasticherie.

La seconda ragione è che mi confermo nella convinzione che il dolore rende migliori. Tutti i ragazzi che hanno alle spalle esperienze difficili – sono molti, troppi – estraggono dalla loro pena qualcosa di immenso. Sono intensi, profondi e quella esibizione è il loro riscatto, la dimostrazione della loro forza interiore. E la fiducia che il mondo non è poi così cattivo come è stato con loro. Si vede nei ragazzi italiani con storie familiari durissime e in quelli stranieri che arrivano sui barconi e portano con sé un talento da far venire i brividi.

Terza ragione: a X Factor contano fatica e capacità, non furbizia e spregiudicatezza, come altrove. Poi so bene che la musica è altro e che molti di quei talenti vengono stritolati dall’industria che tende a ridurne la diversità a un modello. Però negli occhi di quei ragazzi c’è verità. E non è poco, di questi tempi.

@VeltroniWalter

Foto Ansa

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