
Le parole chiare dell’ispettore Blix
Non coopera sulla sostanza, non dà le liste degli scienziati, non sappiamo se abbia davvero distrutto le armi biologiche e chimiche. Questo il succo di quanto riferito dall’ispettore Hans Blix all’Onu. Che è precisamente quello di cui da mesi dice l’amministrazione Bush. E non perché non veda l’ora di lavare col sangue americano le beffe e gli sberleffi del rais di Bagdad o soltanto perché laggiù c’è un regime sanguinario che, siccome ha il sedere sui maggiori pozzi di petrolio del pianeta, si può permettere di considerare quelle risorse come un arma di ricatto al resto del mondo (scusate: ma se i boschi dell’Amazzonia sono una risorsa dell’umanità, tant’è che nemmeno al legittimo proprietario è consentito uno sfruttamento che non tenga conto degli interessi del mondo comune, perché ciò non dovrebbe valere per il petrolio?). Detto ciò – che resta comunque sullo sfondo del problema così come è stato posto, non da Bush, ma dall’Onu – al di là delle chiacchiere, della propaganda, le furbizie levantine, ancora una volta il signor Saddam ha preso tempo solo per imbrogliare le carte in tavola. Lo dice Bush? Sì, lo dice da mesi. Il fatto è che lunedì l’ha detto anche l’ispettore e gran mediatore svedese Blix. E non in privata sede, ma all’Onu. E ha detto: l’Irak non ha ancora accettato di disarmarsi; 2. l’Irak non ha aderito alla domanda degli ispettori di usare aerei U2; 3. l’Irak ha costantemente complicato il lavoro degli ispettori con continui incidenti e manifestazioni orchestrate dal regime contro gli ispettori; 4. le 12.200 pagine del rapporto presentate dall’Irak il 7 dicembre 2002 sono in larga parte imprecise e reticenti; 5. l’Irak non sa o non vuole spiegare dove siano finite 6.500 bombe chimiche; 6. l’Irak sostiene che il gas nervino che ha prodotto non è servito a scopi militari, gli ispettori hanno forti elementi per sospettare il contrario; 7. l’Irak spiega di aver eliminato tutto il carbonchio fabbricato, gli ispettori ritengono che ciò non corrisponde ai dati in loro possesso; 8. l’Irak ha acquistato illegalmente (probabilmente dalla Corea del Nord) sistemi di guida di missili; 9. l’Irak non ha fornito la lista completa di scienziati coinvolti nei programmi di riarmo; 10. l’Irak ha cercato di impedire ispezioni in abitazioni di scienziati. Questi sono i fatti, noi non vogliamo la guerra e speriamo ardentemente che, alla fine, Saddam si piegherà e che le forze congiunte (o ri-congiunte) americane ed europee realizzino un miracolo diplomatico e salvino la pace. Ma, per favore, smettiamola di fare gli ipocriti. Anche per il giornalismo onusiano e saddamitico vale quello che diceva Flannery O’ Connor della categoria: «Certo che questi dei giornali non li batte nessuno. Mai vista nel mondo moderno una simile manica di ipocriti in combutta: tante anime belle sempre lì col cuore in mano».
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