Le mie ore di solitudine paradisiaca nel verde di Villa Borghese
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Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Ora che l’estate sta arrivando, una sera scegliete un parco, uno qualsiasi della vostra città. Non importa che sia grande o piccolo. Importa solo che abbia del verde, dei vialetti sterrati, delle panchine. E importa che non sia troppo affollato. Scegliete uno dei due momenti più belli della giornata: l’alba o il tramonto. Sceglietelo a seconda del vostro stato d’animo. Se avete voglia, non c’è nulla di male, di un po’ di spleen, se vi volete sottoporre alla dolce tortura della memoria o a quella sottile del rimpianto, aspettate che il giorno stia per tirare le cuoia. Se invece il vostro cuore è pieno di giovanile euforia, se la speranza del domani vi riempie l’animo, se avete voglia di preparare il giorno che comincia con la bellezza del pensiero liberato in solitudine, allora svegliatevi presto e camminate nel sole che si alza. L’importante è che siate soli, o quasi, sulla panchina del vostro parco preferito. L’importante è che nulla possa distrarvi dai vostri pensieri, malinconici o allegri.
È una condizione umana paradisiaca, la solitudine scelta in un luogo che vi appartiene senza essere vostro. Spesso in quei parchi, tra quel verde, si sono consumati attimi importanti della propria vita. Per me è così con Villa Borghese, a Roma. Lì sono cresciuto, ho giocato interminabili partite a pallone, ho corteggiato le prime ragazze, lì sono andato nei momenti più importanti della mia vita a riflettere. Quando ero sindaco l’ho curata come una figlia, convinto, come sono, che sia uno dei parchi culturali più importanti del mondo. Lì mi sento bene, mi sembra di riconoscere il significato più profondo di una parola magica: armonia. Mi fa star bene quel verde, quella solitudine, quegli spazi grandi che, nel corso della giornata, saranno occupati da mamme con la carrozzina, da coppie di anziani che si tengono per mano, dalle ansie di adolescenti appoggiati al muretto, da ragazzi con la maglietta della squadra del cuore. I parchi sono la cassa dell’armonia della vita. Sono in città, nel cuore della vita comune, ma sono anche oltre, in uno spazio che sembra immaginario. Un vuoto nel pieno.
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