
Le balle di greenpeace
Impressionante la testimonianza portata al Simposio da Edwin Y. Paraluman, un agricoltore filippino che possiede 4 ettari di terreno che coltivava a mais tradizionale con una resa di 3,5 tonnellate per ettaro. La maggior parte del raccolto (70-80%) però, andava perduto a causa della piralide, un parassita che viene combattuto con un altissimo uso di prodotti chimici, come ad esempio il Furedan, un insetticida molto tossico. Un suo amico agricoltore ne è rimasto intossicato, dimesso dall’ospedale è immediatamente passato al mais Bt. Ha deciso di passare al mais Bt nel maggio 2003 e già nella prima settimana di settembre ha ottenuto il primo raccolto con risultati strabilianti: la produzione di un ettaro di terreno è passata da 3,5 tonnellate a 7, mentre il ricavo è salito da 12.000 a 41.000 pesos per ettaro. E l’utilizzo dei prodotti chimici si è notevolmente ridotto. Tempi gli ha chiesto dei contadini che, secondo Greenpeace, si suicidano a causa dell’uso di piante ogm. «L’alto numero di suicidi tra gli agricoltori – risponde Paraluman – nei paesi in via di sviluppo non è dovuto alle multinazionali, bensì alle perdite dei raccolti a causa della piralide: senza raccolto gli agricoltori non sanno come pagare i debiti».
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