
Lavoratori dei fast food americani in sciopero. La guerra dei poveri
New York, Chicago, Detroit e altre metropoli americane sono al momento senza fast food. I lavoratori dipendenti delle grandi catene di hamburger e patatine sono in sciopero. Non si sa per quanto e, in che modalità, continueranno a incrociare le braccia.
7 DOLLARI L’ORA. Li chiamano “Mc Jobs”, lavori a salario basso, prospettive di crescita limitate, e una volta erano l’impiego temporaneo perfetto per gli studenti universitari che volevano arrotondare. Con la crisi, molti licenziati da altre aziende hanno visto nei mc jobs una manna, ma ora la paga non basta più, tant’è che vengono anche definiti “i nuovi poveri”, con un salario annuo al di sotto dei 10 mila dollari. I dipendenti chiedono ora di passare dalla paga minima federale di 7,25 dollari l’ora a 15 dollari.
Dall’entità degli scioperi si capisce che andranno avanti fino a che non avranno una risposta dalla Casa Bianca. Barack Obama un po’ di tempo fa aveva proposto che il salario fosse alzato fino ai 9 dollari minimi l’ora, poi non se n’è più fatto nulla, e ora i dipendenti chiedono risposte certe.
Terrance Wise, 34 anni, padre di tre figli, due lavori al Burger King e al Pizza Hut a Kansas City, ha detto al Guardian che in quest’ultimo sciopero hanno preso parte il doppio delle persone degli scioperi di luglio. “Non abbiamo voce”, ha detto Wise, pagato 9,25 dollari all’ora al Burger King e 7,40 dollari al Pizza Hut.
CETI BASSI. Questi scioperi estivi non sono che il prolungamento di una serie di manifestazioni già iniziate lo scorso inverno, solo che stanno aderendo gli organizzatori dicono che non si fermeranno e che nei prossimi giorni saranno in atto in ben 50 città. Gli americani potranno sopravvivere qualche giorno senza fast food? La maggior parte sì, i poveri invece meno. I ceti più bassi infatti si riforniscono alle grandi catene quasi tutti i giorni, perché queste offrono i “1 dollar menu”, hamburger e bibita a solo un dollaro. Contando che aderiscono agli scioperi i Mac Donald’s, i Wendy’s, i Kentucky Fried Chicken e molti altri, viene da chiedersi che ne sarà della fame dei poveri degli Usa in questi giorni.
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