Last week,next week 15

Oliviero Diliberto Oliviero Diliberto è un dandy che ama i film western e i buoni studi classici, coltiva sentimenti umanitari e ottime giacche di tweed (la faccia di Armando Cossutta è tra l’altro la cosa più simile a questo pregiato tessuto inglese): è rimasto comunista esclusivamente per dandismo. Gli è parso inelegante abbandonare gli ideali della gioventù solo perché erano stati smentiti dalla storia. D’altra parte è una costante degli studiosi di materie antiche (si pensi a Luciano Canfora) continuare ad amare il comunismo. Rispetto agli assiri in fin dei conti anche l’Urss non era mica male. Questo suo dandismo alla fine diventa anche una difesa contro l’imbecillità forcaiola di certi Ds, contro l’appecoronamento di parte della sinistra ai pm rossi. Diliberto è anche una persona intelligente, ma gli basta lo stile per evitare le posizioni più brutali. E questo gli ha consentito di portare a casa dal giusto processo alla legge sui pentiti, più di una norma ragionevole.

Mino Martinazzoli Ma perché un vecchio signore come Mino Martinazzoli, dalle buone letture e frequentazioni, con una storia degnitosa alle spalle, si è messo a fare una campagna elettorale così maldestra, esibendo i suoi “buoni sentimenti” come un Walter Veltroni qualsiasi? È stato l’irrefrenabile odio per Silvio Berlusconi, per la politica-Coca Cola a spingerlo su questa strada? Certo, lo snobismo di una sinistra Dc che da sempre si sente delegata a essere l’unica politica presentabile, non è stato ininfluente nelle scelte di Martinazzoli. Ma la passionaccia che il segretario-liquidatore della Dc ha messo nella sua impresa disperata sembra poggiare su sentimenti più forti. Par quasi cogliere la rabbia di chi aveva pensato di diventare Presidente della Repubblica anche grazie al voto di Berlusconi e, poi, è rimasto a piedi. Non è male che sia finita così, anche perché oggi troviamo a capo dello Stato una persona con i suoi ideali ben definiti ed evidenti ma non disponibile a intrighi e giochetti.