ritratto di Cesare Romiti Quando Giuseppe Turani, la penna economica più brillante di Repubblica, scrive di Cesare Romiti è per spedirlo in panchina a fare il pensionato. Gli scalfariani sono fatti così se qualcuno non è loro gradito, non basta sconfiggerlo, sia lo scontro politico o finanziario. L’obiettivo diventa l’eliminazione. Questa logica nasce da una concezione dell’establishment economico-politico che deve essere compatto al suo interno e sempre ispirato dalle “menti illuminate” che si radunano intorno a quella che Francesco Cossiga chiamava la “nota lobby”. Come mai Romiti, lui che è stato persino presidente della Fiat, è finito fuori della lista sacra dell’establishment riverita dalle “menti illuminate”? Perché è una persona che pur bene addentro al sistema del potere, ha idee, volontà, obiettivi autonomi. Non si arrende all’ovattata unanimità degli “illuminati”. Un grave reato (peraltro sancito anche dai tribunali) che a qualcuno lo rende simpatico.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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Emanuele Boffi