
Last week, next week 9
ritratto di Antonio Bassolino Il sindaco di Napoli non va sottovalutato. Studente estremista si fece largo nel Pci campano rappresentando la periferia contro la città dove dominavano gli amendoliani, non privi di atteggiamenti aristocratici e comunque insofferenti della demagogia. Divenne segretario regionale, però, quando il Pci era governato dalla “destra”, pur essendo “pupillo” di Pietro Ingrao: in realtà ha sempre usato il verbo un po’ fumoso del suo maestro più per nascondersi che per accendere passioni. Veleggiò verso i piani più alti di Botteghe Oscure. Per vendicarsi di Achille Occhetto che non lo valorizzava, si oppose (ma a metà) alla trasformazione del Pci in Pds. Conquistò Napoli, quando crollarono i De Lorenzo, i De Donato, i Pomicino. Rappresentò il contado e il popolino contro i cittadini e i signori. Poi attuò, naturalmente, il programma di questi ultimi, con una certa intelligenza. Massimo D’Alema l’ha liquidato da ministro, però dovrebbe averne paura.
ristratto di Carlo Callieri È la settimana decisiva per la candidatura di Carlo Callieri alla presidenza della Confindustria. Grande duro all’inizio degli anni ’80. Con Cesare Romiti sfidò, vincendo, il Pci e la Cgil. Poi è successo qualcosa tra lui e Romitone, e man mano il “duro” si è defilato preferendo crescere nelle strutture di Confindustria. Ha acquisito sempre più peso sia perché rappresentava la Fiat sia perché era molto più bravo di tanti presidenti. Alla fine è stato costretto ad assumere un improprio ruolo politico. Dopo il ’92 questo ruolo politico è diventato sempre più centrale prescindendo anche dall’anima più vera degli industriali. Oggi gioca la sua ultima battaglia. Con lui stanno tutti coloro che non amano troppo i conflitti e i cambiamenti. Il suo principale avversario Antonio D’Amato interpreta un’alternativa alla linea dell’accordo a tutti i costi. Che Callieri, appoggiato da larga parte della struttura e dell’establishment possa vincere, non è una notizia. La vera notizia è che possa perdere.
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