
Last week, next week 14
Armando Cossutta La scorsa settimana i viaggi di Armando Cossutta a Parigi, Mosca e Belgrado hanno ridato al vecchio comunista il brivido di un nuovo protagonismo. Come numero 2 del Pci Cossutta era stato uomo chiave della Prima Repubblica tra la fine dei ’60 e l’inizio dei ’70: poi Enrico Berlinguer lo aveva allontanato giudicandolo politico più attento al potere che alle idee. Iniziò per Cossutta un lungo periodo di esperienze minoritarie, lontane dal suo carattere di politico interessato a contare. Dopo la scissione con Fausto Bertinotti, Cossutta si trova in una situazione analoga a quella di Clemente Mastella: un buon pacchetto di parlamentari, un buon potere di condizionamento del governo, pochissimo seguito reale. In questa condizione Cossutta si è messo a pasticciare sui temi della pace, mescolando principi, esigenze tattiche, mezze misure. Nella sua “seconda volta” Cossutta conferma il giudizio che Berlinguer diede di lui.
Mario Segni In questa settimana, il 18 aprile, si voterà per il referendum antiproporzionale: anima l’iniziativa Mario Segni, già protagonista nel ’93 dell’altro referendum sul sistema elettorale, che portò al Mattarellum.
In quell’occasione Segni si inebriò del suo ruolo e dopo la vittoria degli antiproporzionalisti, si convinse che tutta l’Italia si sarebbe messa ai suoi piedi. A piedi restò lui mentre si formavano, più o meno faticosamente, uno schieramento di centrodestra e uno di centrosinistra che tuttora resistono. Oggi l’iniziativa di eliminare via referendum i partitini (una delle cause del pantano politico ancora imperante) può essere utile. Accanto a persone per bene (come Giuseppe Calderisi o Augusto Barbera) Segni ha raccolto personaggi sgradevoli. Ma così vanno i referendum. Nella gestione dell’operazione Segni dimostra elementi di rescipiscenza e moderazione, nonostante qualche traccia della passata ebbrezza. La sua seconda volta potrebbe essere meglio della prima.
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