Lasciali senza parole, ma falli parlare

Di Berlicche
08 Febbraio 2007

Mio caro Malacoda, interessante questa “coincidentia oppositorum” che sei riuscito a realizzare. Credevo fosse una prerogativa del Nemico, invece vedo che sei riuscito a impossessartene abilmente e, non dico a metterla in pratica, ma a imitarla con efficacia. Coincidenza degli opposti, scusa se traduco, ma ti so poco pratico di latino, è una conseguenza che andava messa nel conto quando ci siamo battuti per la sua abolizione. È, appunto, un vanto del nostro Nemico quello di saper far convivere gli estremi nella stessa esperienza («Come sono belle le cose che fanno piangere e ridere insieme»), far coesistere nella stessa persona il massimo dell’altezza e il massimo dell’umiltà come ad esempio in san Francesco, o il massimo della profondità con il massimo della semplicità come in quel filosofo che tanto ci ha fatto penare, quel Tommaso d’Aquino contro cui combattiamo, con alterne fortune, ma in fondo inutilmente da secoli. Non credevo fosse possibile usare a nostro vantaggio questa tecnica, ma dopo quanto successo in Italia nell’ultimo weekend devo ricredermi.
Dunque. A Catania, nei disordini accesi da un gruppo di tifosi di calcio muore un poliziotto. Le autorità politiche e quelle del calcio decidono che la gravità dell’accaduto impone uno stop. Quello che è successo lascia senza parole, dicono, non si può andare avanti così. Bisogna fermarsi. Insomma, sul calcio cali il silenzio, ma non per un minuto, a tempo indeterminato, finché non si trova la soluzione. Tutti d’accordo, solo che – mentre ti scrivo è lunedì – sono tre giorni che ne parlano. E questo matrimonio tra il silenzio e la parola, o meglio, tra il parente povero del silenzio, l’afasia, e il surrogato della parola, il chiacchiericcio, è sublime. Hanno sospeso i campionati di calcio, ma non hanno sospeso le chiacchiere sul calcio. Controcampo e la Domenica sportiva regolarmente in onda per dire che quello che è successo non deve succedere più, che bisogna imitare il modello inglese, che è colpa del calcio ma il calcio non è solo questo, che non è colpa del calcio ma di chi usa il calcio per altri fini, che il problema è il rapporto delle società con i club di ultras, che quelli non possono essere definiti tifosi ma solo delinquenti. Ma queste sono due trasmissioni di commento, in fondo è comprensibile che non si tacciano. Il tuo capolavoro è stato Tutto il calcio minuto per minuto, la radiocronaca in diretta delle partite. Quando l’ho sentito andare in onda sabato pomeriggio non credevo alle mie orecchie, la radiocronaca in diretta di un evento che non si realizzava. I collegamenti con gli stadi per far dire a presidenti e tifosi che non c’era niente da dire se non quanto già detto. e che però il calcio è lo sport più bello del mondo. Il vuoto che riempie di sé lo spazio e il tempo.
Hai presente quando l’alunno non riesce a spiegarsi e la maestra per aiutarlo (o per puro sadismo) gli dice: “Dillo con parole tue”, ed è la sua rovina, perché inevitabilmente le parole sue si dimostrano inadeguate, perché le parole “sue” non hanno dentro il concetto che vuole esprimere? Ecco. Uno dovrebbe parlare quando è ispirato, invece questi ormai sanno solo espirare, aprono la bocca e le danno fiato. Ciao.
Tuo affezionatissimo zio Berlicche

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