
Lascia stare i dubbi di Madre Teresa
Mio caro Malacoda, ho apprezzato l’entusiasmo con cui ti sei buttato sulle lettere di Madre Teresa di Calcutta in cui confessava la sua “notte oscura”, consigliando giornalisti a destra e a manca per un adeguato sfruttamento delle medesime ai fini della nostra causa. Ma ti devo correggere. Primo perché l’entusiasmo non è sentimento che un diavolo possa permettersi (è cosa che ha a che fare con il calore per Dio, mentre noi dobbiamo mantenerci freddi), secondo perché l’argomento della “notte oscura” è per noi controproducente. Perché tu lo capisca ti invito a leggere questa pagina di quel maledetto convertito inglese che ci ha procurato tanti problemi, Chesterton.
«Il cristianesimo è la sola religione che abbia sentito che la onnipotenza fa Dio incompleto; il cristianesimo solo ha sentito che Dio, per essere interamente Dio, deve essere stato un ribelle, non meno che un re. Solo, fra tutte le religioni, il cristianesimo ha aggiunto il coraggio alle virtù del Creatore. Il solo coraggio degno d’essere chiamato coraggio deve necessariamente significare che l’anima passa per un punto di rottura – e non si rompe. (.) In quel terrificante racconto che è la Passione c’è una chiara e suggestiva allusione al fatto commovente che l’autore di tutte le cose (in qualche impensabile maniera) passò non solo attraverso l’agonia ma anche attraverso il dubbio. Sta scritto: “Non tenterai il Signore Dio tuo”. No; ma il Signore Dio tuo può tentare se stesso, e ciò sembra essere accaduto sul Getsemani. In un giardino Satana tentò l’uomo; e in un giardino Dio ha tentato Dio. Egli dovette passare sommariamente attraverso il nostro umano orrore del pessimismo. Quando il mondo si commosse e il sole oscillò nel cielo, non fu al momento della crocifissione ma al grido dall’alto della croce: il grido che confessò che Dio era abbandonato da Dio. E ora lasciate che i rivoluzionari scelgano un credo fra tutti i credi e un dio fra tutti gli dei del mondo. essi non ne troveranno un altro che sia stato in rivolta anche lui. non troveranno che una sola divinità che abbia manifestato il suo isolamento; non troveranno che una sola religione in cui Dio sia apparso per un istante ateo».
Non so se hai capito, ma quell’istante di ateismo è per noi la prova della nostra definitiva impotenza, quel grido è il grido della fede, il più puro grido della più pura fede. Quelli che il Nostro Nemico ama li mette alla prova così, fino alla tentazione. E, quando sembra che stiano per cedere, non cedono, non si rompono. È una storia che va avanti da Giobbe. È il mistero per noi incomprensibile, che per salire in alto bisogna prima scendere molto in basso. È che noi diavoli non siamo padroni neanche a casa nostra, ci siamo illusi che la discesa agli inferi fosse una nostra esclusiva, ma non è così: il Nostro Nemico ci ha mandato suo figlio e ci manda tutti i migliori dei suoi, ma arrivati sulla soglia di quel luogo dove noi siamo pronti ad accoglierli a braccia aperte, questi ingrati fanno un ultimo (disperato?) tentativo: «Non ci indurre in tentazione». Pare che Lui non aspetti altro. Non siamo padroni neanche del loro peccato. Pensaci, nipote.
Tuo affezionatissimo zio Berlicche
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!