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Casca il mondo

La violenza delle parole (altro che dissing)

Di Annalisa Teggi
07 Ottobre 2024
La ridicola baruffa finto-cattiva tra i gattini tatuati Fedez e Tony Effe e il processo dell’assurdo – questo sì brutale davvero – allo stupratore che ora dice di sentirsi donna
Da sinistra, i due cantanti Tony Effe e Fedez, protagonisti di una sfida a insulti in rime rap (foto Ansa), e la notizia della Bbc sulla condanna dello stupratore divenuto donna trans
Da sinistra, i due cantanti Tony Effe e Fedez, protagonisti di una sfida a insulti in rime rap (foto Ansa), e la notizia della Bbc sulla condanna dello stupratore divenuto donna trans

Bisognerebbe far leggere ai ragazzi il litigio poetico tra Dante e Forese Donati per smontare tutta la retorica di machismo aggressivo sprecata per parlare dei “dissing” tra rapper. I poeti medievali erano talentuosi anche nell’insultarsi. Il grip di un sano realismo permetteva a Dante una creatività potente in Paradiso, ma perfino quando si trattava di scendere nell’agone della contesa senza esclusione di colpi. E la capacità di rimbeccarsi in modo atletico era un antidoto all’egocentrismo, si prendeva sul serio l’avversario per detestarlo meglio con parole di fuoco.

Adesso siamo nei secoli bui. Oggi due viziati gattini tatuati come Fedez e Tony Effe sono capaci di miagolare parole che sono solo brutte, e neanche brutali. Non c’è stato uno scontro «per le rime» – magari! –, è stata solo l’ennesima trovata commerciale per promuovere il loro ego e certe bibite energetiche. «La tua bevanda sa di piscio», «guardami, sono bellissimo», biascica Tony Effe. «Scrivi di merda ma bei pettora...

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