La strana storia della “tangente” di Eni in Algeria. L’Italia è un paese che sa farsi del male
Ieri mattina, il quotidiano più romano che c’è, gongolava alla notizia sparata in prima pagina della “Tangente algerina, indagato Scaroni”. L’ad di Eni non è del giro repubblicone.
Veneto, passato socialista, numero uno dei manager pubblici. La sua Eni, nonostante l’acciaccato sistema-Italia, si può ben dire avviata sui passi di quella Enrico Mattei.
Dal Kazakstan all’Iran, dalla Nigeria all’Algeria, il colosso italiano fa mangiare polvere al fior fiore delle multinazionali e avanza ovunque nel mondo aggiudicandosi contratti miliardari.
Perciò, quando si legge che in Algeria, per un appalto da 13,6 miliardi di dollari, sono finiti in tangenti quasi 200 milioni, uno si chiede: neanche il 2 per cento dell’affare? Ma se in Italia lo Stato si prende una “tangente” del 6 per cento solo sulle vincite del Superenalotto (e dopo essersi incamerato pure il 50 del monte scommesse), perché ci si dovrebbe meravigliare se in Algeria bisogna versare meno del 2 di intermediazione per avere commesse da decine di miliardi di dollari?
Dopo tutto, la competizione fra player internazionali si fa anche attraverso le intermediazioni. Nel 2008 Mike Turner e sir Nigel Rudd, Ceo e Director di Bae, furono arrestati in Texas, poi espulsi per una questione di tangenti con l’Arabia Saudita (contratti Al Yamamah): la Bbc aveva sollevato il caso, il governo di Tony Blair imposto il segreto di Stato. All’opposto, la magistratura italiana, e in particolare quella milanese, sembra ricercare con una certo cipiglio le eventuali “segrete” irregolarità che si nascondo nelle commesse delle grandi aziende italiane all’estero. Con l’Eni poi, l’ufficio del pm De Pasquale di Milano (lo stesso pm del caso Berlusconi-Mills), sembra particolarmente attento e vigile. Alla stessa Eni sono infatti state contestate dalla procura milanese tangenti anche in Kazakstan e la violazione dei diritti umani in Nigeria (avete presente quel posto di kamikaze islamici che si fanno esplodere dentro le chiese? Ecco, ma l’Eni viola i diritti umani).
Certo, i nostri competitor (come al tempo di De Mattei), cioè le grandi aziende petrolifere di Gran Bretagna, Usa, Francia, Russia, Cina, sono un altro mondo. Come in genere è altro mondo il sistema giudiziario internazionale. Dopo le Torri Gemelle e la guerra globale al terrorismo, dei 54 paesi che hanno collaborato con la Cia alle “rendition” (sequestri e trasferimenti di terroristi in paesi terzi), solo in Italia si sono viste condanne nei tribunali di queste azioni (caso Abu Omar). E solo in Italia, martedì 12 febbraio, il tribunale (di Milano) potrebbe addirittura condannare a 12 anni di carcere l’ex capo dei Servizi segreti militari, in quanto egli si ostina ad osservare il segreto di Stato opposto da ben tre presidenti del Consiglio (Prodi-Berlusconi-Monti).
Insomma, chissà da che parte del mondo vengono le gole profonde che stanno cercando di azzoppare pure l’Eni (dopo Finmeccanica). Però, il problema ce lo abbiamo tutto in casa. Detto in una domanda: l’Italia va a rotoli perché con l’antipolitica viene favorita la speculazione internazionale che parassita sulle nostre debolezza di sistema o è proprio la giustizia italiana che sembra pensata apposta per dare il bacio della morte a un paese tornato al 1990? Già, chissà quanto Pil si è mangiata l’Italia dagli anni di “Mani Pulite “ a oggi. E quanti posti di lavoro si mangerà mentre i magistrati continueranno ad avere solo posti sicuri, scatti di anzianità, stipendi e pensioni statali mediamente superiori a tutte le altre categorie di lavoratori.
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13 commenti
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Complimenti per la giustificazione del reato di corruzione. Ricorda Amicone, per il Vangelo il fine non giustifica i mezzi. Per voi si! E questo è il modo di pensare del movimento a cui vi ispirate o, pardon, forse la dovrei chiamare struttura di peccato?
la modica quantità vi va bene per le tangenti ma non per la droga! ipocriti!
… e a quanto pare pure il sequestro di persone e le torture (mi riferisco a quelle subite da abu Omar), ma che non siano ciellini o amici del Celeste (per i quali si grida alla tortura per la carcerazione preventiva, ma che 20 anni di governi berlusconiani con ciellini in Governo non hanno modificato).
Tutto va bene, purchè siano salvi interessi ed affari della CDO, ed il sistema di potere che garantisce questi affari.
…e vi dite pure cattolici! La vostra filosofia cancella in un attimo tutta la tradizione millenaria della Chiesa!
Convertitevi e tornate allo spirito evangelico del servizio, della povertà (non nell’interpretazione formigoniana, ma francescana).
Ultima cosa: per chi vuol conoscere il “grande manager” Scaroni e come ha gestito l’ENI, quali “affari” ha concluso con l’amico Putin e il perchè paghiamo il metano più caro d’Europa, può vedere la puntata di Report a questo proposito. Altro che paragone con Mattei
Giava…ripassati la storia. Quella della Chiesa è strapiena di eresie pauperistiche, che hanno scatenato le guerre peggiori nell’Europa medievale.
Un’altra cosa: se paghiamo l’energia più cara d’Europa è grazie alle dissennate politiche “rosso-verdi” di questi decenni (contro rigassificatori, nucleare,…), che ci hanno solo impedito di fare passi seri verso una maggiore diversificazione e autonomia energetica.
Altro che Report. E Mattei non le pagava le tangenti?
Una domanda al direttore Amicone: tra i finanziatori di Tempi c’è anche l’Eni?
Una domanda al compagno Giava: sei ancora sul libro paga del KGB, o sei passato alla Total?
Magistrati. Ecco la vera casta…
una casta aperta a tutti: basta avere una laurea in giurisprudenza e passare un concorso pubblico
E dopo chi di loro sbaglia, se di un certo colore politico, non paga mai…
La moglie di Igroia ingroia…
questi francesismi li hai imparati al catechismo?
la magistratura italiana in particolari alcuni magistrati milanesi vogliono a tutti i costi il male dell’Italia.
Chi ha già fatto perdere tempo e sprecare i nostri soldi con il caso Mills vuol perseguire prassi internazionali di intermediazione facendole passare per mazzette.
Ma perché non si danno da fare con i delinquenti veri, invece di buttare i nostri soldi?
Come mai i magistrati quelli veri quelli corretti non mandano a stendere queste pantegane della giustizia?
Mills era stato pagato per mentire in un processo
questo si chiama reato, chi lo commette è un delinquente vero
e i magistrati hanno l’obbligo di perseguirlo