
La strada giusta
«Un problema si risolve solo quando lo si conosce. Per questo il nostro slogan è conoscere e far conoscere per prevenire». L’approccio è ricco di speranza e volontà operativa. La questione, quella della sicurezza sulle strade, drammatica. Ne parliamo con Massimo Ponzoni, assessore alla Protezione civile, Prevenzione e Polizia locale della Regione Lombardia.
La sicurezza sulle strade preoccupa milioni di cittadini. In Lombardia si verificano ogni giorno circa 124 incidenti e muoiono mediamente 2 persone. Cosa si può fare?
Abbattere il numero di incidenti sulle strade lombarde e favorire una cultura della sicurezza stradale, agendo in termini di prevenzione anche attraverso l’educazione alla corretta percezione del rischio. La sicurezza stradale è una priorità assoluta, un diritto dei cittadini, perché riguarda la vita. Non vanno poi dimenticati i risvolti sociali dell’incidentalità stradale. I “costi sociali”, solo in Lombardia, rappresentano circa il 2 per cento del Pil regionale: si tratta di costi sanitari, giornate produttive perse, danni alle persone e alle cose, costi per procedimenti giudiziari e le forze dell’ordine. È stato inoltre segnalato da parte delle associazioni delle vittime della strada anche il problema dei costi a carico delle famiglie.
Com’è organizzato a livello istituzionale il sistema della sicurezza stradale?
A livello nazionale si esplica attraverso il Piano nazionale della sicurezza stradale, oltre che con le azioni normative (il Codice della strada) di competenza statale. C’è poi la collaborazione Stato-Regioni che si traduce nella Consulta nazionale sulla sicurezza stradale, di cui Regione Lombardia fa parte: gli interventi strutturali e di enforcement sono attuati sia dallo Stato sia dagli enti locali. Le Regioni costituiscono il punto di snodo, di coordinamento e di governo sull’insieme degli interventi sul territorio. In Lombardia, le attività promosse dall’assessorato alla Sicurezza con i suoi strumenti organizzativi – l’Osservatorio sul traffico e sicurezza stradale e il Comitato per la sicurezza urbana – fanno riferimento al piano regionale della sicurezza stradale. È questo lo strumento operativo con il quale la Regione individua le linee di azione, i canali di finanziamento e le modalità operative per rendere la circolazione sulle nostre strade più sicura.
In che misura l’introduzione della patente a punti è servita?
Nel momento in cui fu attuata era necessaria, perché occorreva agire con fermezza. E i risultati si sono visti: la patente a punti comincia infatti a mostrare una curva di “adeguamento” significativa da parte dell’automobilista medio. Tuttavia, questa impostazione ha prodotto una crescita esponenziale dei ricorsi formali sia presso le prefetture sia presso il giudice di pace. Quindi ora sarebbe opportuno puntare su più linee di azione finalizzate alla prevenzione ma soprattutto all’educazione degli utenti della strada, in particolare dei giovani. Devono passare con chiarezza messaggi che mettano in risalto il pericolo che si corre guidando in stato di ebbrezza e ad alta velocità. Un pericolo inaccettabile per sé stessi e per gli altri.
Parlando di sicurezza, il pensiero corre alle stragi del sabato sera. Quali iniziative ha intrapreso la Regione Lombardia per fronteggiare questa emergenza?
Abbiamo realizzato molte campagne di informazione. Abbiamo disposto la diffusione e la distribuzione degli etilometri fuori dalle discoteche e abbiamo intenzione di esporre fuori dai locali da ballo i rottami di un’auto distrutta in un incidente, perché bisogna far vedere quello che può succedere. Abbiamo promosso tutte le iniziative possibili a livello locale, particolarmente in prossimità di discoteche e punti di ritrovo serale, anche semplicemente per spiegare i rischi della guida in stato di ubriachezza.
Bisognerebbe potenziare le attività della polizia locale nella direzione di un maggior controllo, soprattutto nei giorni di più alto rischio?
Il fatto di posizionare il maggior numero possibile di agenti sulle strade significa creare un forte deterrente all’adozione della maggior parte dei comportamenti pericolosi (primo fra tutti la velocità eccessiva, ma non solo) che poi causano gli incidenti. Per questo la Regione ha voluto in questi anni destinare appositi finanziamenti per incrementare i controlli su strada da parte delle polizie locali, indirizzando un numero maggiore di uomini e mezzi alla sorveglianza e prevenzione. Infatti, è importante che tra gli utenti della strada e le polizie locali si crei un rapporto di fiducia e di “condivisione” degli stessi princìpi. Pertanto anche la formazione degli agenti di polizia locale tenderà, anche attraverso piani di formazione annuale, a migliorare la capacità di relazione con l’utente, che non significa essere più lassisti, ma comunicare meglio il senso del proprio lavoro.
È opportuno favorire momenti di incontro speciali?
A questo proposito, si può parlare dell’esperienza fatta dall’assessorato regionale alla Sicurezza, in occasione della partecipazione sia al Meeting dell’amicizia fra i popoli di Rimini che all’Eicma, Esposizione internazionale del ciclo e motociclo. Il questi contesti, dove era presente un larghissimo pubblico composto da operatori, cittadini comuni e tanti giovani, abbiamo organizzato la presentazione, da parte di alcuni comandi lombardi di polizia locale, dei servizi agli utenti della strada, tra i quali soprattutto la prova dell’alcol test effettuata con strumenti professionali. Insieme alla prova, provvedevamo a distribuire materiali informativi e raccogliere dati sulla effettiva conoscenza, da parte degli utenti, del problema del consumo di alcol in situazione di guida. Il test ha contribuito a creare una relazione “informale” e positiva tra agenti e cittadini.
Occorrono maggiori risorse finanziarie per il settore? Cosa si prevede per il 2008 sul fronte sicurezza?
La Regione, a seguito di studi specialistici, ha constatato che il fenomeno di incidentalità stradale non è riconducibile a un’unica causa, quindi è multifattoriale. Pertanto anche gli interventi tendono a svilupparsi su più fronti. In questi anni abbiamo impegnato risorse rilevanti anche sulla parte infrastrutturale. Solo l’anno scorso abbiamo stanziato oltre venti milioni di euro in bandi per gli enti locali per l’adeguamento della rete stradale in termini di sicurezza (rotatorie e simili). Il progetto più importante che stiamo portando avanti è la Patente Plus, provvedimento appena approvato dalla giunta regionale. Tale iniziativa copre l’esigenza di incrementare la formazione dei neopatentati e di migliorarne la condotta su strada. Abbiamo ritenuto opportuno premiare i giovani freschi di patente che dimostreranno una condotta virtuosa, senza incorrere in infrazioni o incidenti per due anni dal conseguimento della patente: sarà consegnato loro un premio pari al costo sostenuto per il conseguimento del documento di guida.
Quali sono le altre iniziative in corso?
C’è ad esempio l’adesione alla Carta europea della sicurezza stradale, iniziativa della Comunità europea che punta a individuare specifiche azioni svolte da pubblici e privati per la riduzione del rischio da incidentalità stradale. Ma soprattutto c’è lo sviluppo di una rete di centri di guida sicura, per avere sul territorio più punti per imparare a guidare bene – non velocemente – rivolti a tutti i guidatori. A tale scopo la Regione aderisce anche ad appositi accordi di programma territoriali, in cui più enti concorrono, ciascuno per la sua parte, allo sviluppo dei centri. I centri di guida sicura convenzionati con Regione Lombardia devono però offrire un determinato livello di standard qualitativi dei servizi, per esempio il livello dei formatori che deve essere adeguato sia per i corsi al cittadino sia per i corsi agli utenti professionali della strada, dal camionista al vigile del fuoco.
L’incidentalità riguarda da vicino anche il mondo delle due ruote?
Purtroppo sì, e proprio per questo nei prossimi mesi molte delle nuove iniziative coinvolgeranno il popolo delle due ruote. Recentemente ho incontrato i rappresentanti delle associazioni dei motociclisti per concordare una modalità di collaborazione, perché questo è il metodo per affrontare le esigenze di tutti.
Prova del palloncino a parte, la sicurezza stradale è un anche fatto di educazione. Quale può essere il ruolo della scuola per far sì che i più giovani imparino a non rischiare inutilmente la vita?
Sia Asl che polizie locali svolgono azioni di formazione sulla sicurezza stradale nelle scuole elementari, medie e superiori. La Regione, tramite Iref, prepara i formatori e gli istruttori che poi andranno a insegnare nelle scuole la sicurezza stradale. Il valore educativo della scuola è fondamentale ed è dunque basilare partire da lì per promuovere ogni attività di prevenzione.
Dai dati Istat emerge comunque che in Lombardia la fascia largamente più colpita dalle conseguenze degli incidenti stradali è quella tra i 25 e i 29 anni, con 637 morti e 41.230 feriti nel 2005. Come mai?
Bisogna rapportare questi numeri al fatto che la Lombardia è la regione più popolosa d’Italia. Diverse sono le concause: scarsa preparazione alla guida data dai programmi ministeriali, scarsa capacità di controllo di mezzi sofisticati, eccessiva velocità, grande utilizzo del mezzo in tutte le condizioni. È importante ed efficace la comunicazione, su cui la Regione sta puntando, con trasmissioni televisive ad hoc, con l’utilizzo dei media, attraverso la stampa e internet. Un problema si risolve solo quando lo si conosce. Il nostro slogan è infatti conoscere e far conoscere per prevenire.
Il rinnovamento del parco macchine potrebbe favorire un miglioramento ulteriore della situazione incidenti?
Più che il rinnovamento del parco macchine, si può notare che un calo della gravità delle lesioni riportate dopo incidenti stradali risulta dall’adozione generalizzata di strumenti sempre più sofisticati a bordo dei veicoli: cinture di sicurezza (correttamente allacciate), airbag, diffusi sia come numero sulla stessa vettura, sia presso auto anche di categoria medio-piccola, e altri esempi come la piantana del volante collassabile, barre antiintrusione e simili. Oltre ai sistemi di sicurezza attiva quali l’abs. La nuova tecnologia ci sta dando una mano.
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