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C’è qualcosa di dadaista, di surreale, di fantasmagorico in molte delle prime nomine effettuate da Donald Trump per il suo secondo mandato presidenziale. Alla squadra di governo che il nuovo presidente sta assemblando si potrebbe affibbiare la definizione che il miliardario della Silicon Valey pro-Trump Peter Thiel, padrino dell’ascesa politica del vice presidente eletto J.D. Vance, ha inventato per la coalizione uscita vincitrice dalla elezioni sia presidenziali che per il Congresso: «A ragtag rebel alliance against the empire», una sgangherata alleanza di ribelli contro l’impero.
Mentre infatti le nomine di personalità come Marco Rubio e Mike Waltz rispettivamente alla segreteria di Stato (ministero degli Esteri) e a consigliere per la sicurezza nazionale non escono dal solco dell’establishment repubblicano, quelle di Robert Kennedy Jr. a ministro della sanità, di Pete Heghset a capo del Pentagono, di Matt Gaetz a ministro della Giustizia e di Tulsi Gabbard a capo delle agenzie ...
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