Dopo che da una vita seppelliscono nel fango la politica, eravamo rimasti allo scandalo da “schiaffo dell’astensione”, allo shock da “fuga dalle urne”, ai Bersani “sconvolti” e ai Civati “disarmati”. A “quanto pesano quei seggi vuoti” e, giusto per cambiare argomento, dopo che ci hanno fatto due zebedei così con la vetrina della legalità e con l’Armageddon antimafia del supercommissario Cantone, all’“oddio, come è in ritardo Expo!”. Sicuramente sarà successo qualcos’altro nelle ultime 48 ore.
Sarà successo l’ennesimo animale maltrattato, l’ambiente cementificato, il bullismo sfrenato; qualcosa anche di peggiore del “declino delle Associazioni” e del “crolla il sistema Confindustria” strillato da Repubblica Affari&Finanza. Altro sacro fuoco indignato sarà stato attizzato nella fiorente impresa delle “vittime”. E se non sarà Casale Monferrato chiuso per “scandalosa sentenza”. Se non sarà una ennesima legge del menga a nascere sul tamburo della “emergenza giustizia”. Se non saranno altre carte ad aggiungere oppressione alla già opprimente messe di regole e sentenze che corroborano una vita italiana da sottosuolo, illustrata dai tombaroli, in crociera con Caronte, ci sarà stato, tanto per dirne un paio, il finto caso di “omofobia” o il nuovo manualetto Unar-Consiglio dei ministri per pulire la lingua agli scolari e fare di boccuccia a cul di gallinella i giornali.
Volete uno scossone a questo sistema di morti che seppelliscono morti? Volete non intignire nello zero virgola zero di Pil atteso per il 2015?
E allora, primo: date la buonuscita alle Gabanelli e mandate on demand i teledenunciatori. Secondo: fate prepensionamenti di massa nelle grandi testate e sguinzagliate per strada i ragazzi che hanno fame. Terzo: togliete alla magistratura la rappresentanza del Padreterno. Quarto: mettete le gru e non la Guardia di Finanza di sentinella a Expo. Quinto: ma lo avete capito che il credito va destinato alle imprese? Sesto: noi siamo l’Italia e la Germania fa l’Europa, basta piangere, cambiare le regole. Settimo: giù le tasse alle famiglie e al lavoro, costi standard dalla sanità alla scuola, deregolazione. Otto: è il tempo dei doveri, moratoria sui desideri. Nove: campi di lavoro per i teppisti. Dieci: formazione per gli immigrati e truppe sulle sponde sud del Mediterraneo per controllare i flussi migratori.
E adesso lascia stare se Renzi, Salvini o quello che resta di Berlusconi. Il meglio è il nemico del bene. Occorre fare. E occorre che non sia più impedito il fare.