
La rosa dei Tempi
Anche i cantautori in corsa per un Pd più spettacolare
Francesco De Gregori vuole «un bene dell’anima a Veltroni », lo ha confidato al Corriere. Walter, però, «ha la smania di piacere a tutti», «dice tutto e il contrario di tutto» ed è sostenuto «dai poteri forti e consolidati che sono sempre gli stessi da decenni». Così, alle primarie del Partito democratico a ottobre, l’autore di Buonanotte fiorellino voterà Rosy Bindi. Come lui farà Milva. A Veltroni sono rimasti Venditti, Placido, la Mannoia e una manciata d’altri. Insomma, sono partite le primarie dello spettacolo.
sempre giovani Il rapporto di Walter e Francesco (la “gioventù” meglio presentabile dello stivale) che inciampa sul Pd è come una grande storia d’amore che finisce con un “restiamo amici”. Roba da Moccia. Ma più che per loro siamo contenti per noi. Non perché pensiamo a uno straccio di vip centrodestro e ci troviamo col vuoto in testa. Ma perché abbiamo capito perché, Partito delle libertà o no, di qua, di primarie, non si parlerà mai. Trovalo un cantautore che si metta contro Apicella.
I sanissimi malati di Sla raccontati da Pandolfi
Il bravo Massimo Pandolfi, scrittore e giornalista del Resto del Carlino, s’è preso la briga di contattare e andare a trovare alcuni malati di sclerosi laterale amiotrofica, la malattia che progressivamente spegne il corpo ma lascia lucida la mente. Ne è uscito un libro fatto di tanti racconti, drammatici ma mai disperati, da cui fiorisce, parola per parola, esempio per esempio, una “inguaribile voglia di vivere”, che è anche il titolo dell’opera prefata da Mario Melazzini, presidente di Aisla (Ares, 168 pagine, 12 euro).
dignitosi La tentazione di presentare queste storie come esempi da contrapporre ai casi mediatici di Piergiorgio Welby e Giovanni Nuvoli è subito rifiutata da Pandolfi, che preferisce soffermarsi sugli aspetti positivi di tali vicende, per ribadire con più forza che i primi a volere vivere sono proprio quei malati di Sla la cui vita, secondo noi moderni, sarebbe “indegna”. «Questo è solo un libro “pro”, è solo a favore del bene più grande che i cieli abbiano donato agli uomini: la vita, la libertà». Tra i malati avvicinati c’è anche Carlo Marongiu, il lottatore di Narbolia.
Gli islamisti afghani si scagliano pure contro i palloni da calcio
Le truppe americane in Afghanistan hanno espresso rincrescimento per aver riprodotto su alcuni palloni da loro donati ai bambini della provincia di Khost la bandiera dell’Arabia Saudita, nella quale appare riprodotta la shahada, la dichiarazione di fede coranica in Dio. Manifestazioni di protesta hanno avuto luogo nella provincia contro gli irriguardosi palloni. Essi infatti permetterebbero di prendere a calci il nome di Allah e del profeta Maometto.
fuorigioco A parte il fatto che appendere a un palo esposto alle intemperie un pezzo di stoffa con sopra il nome di Allah e del suo profeta non sembra molto più rispettoso, resta da capire perché i manifestanti di Khost non scendono per la strada con la stessa indignazione quando ricevono la notizia di moschee date alle fiamme o distrutte dalle bombe in Iraq e Darfur, con dentro persone, testi coranici e altri materiali che portano impressi i sacri nomi. Sarà mica perché in tali casi gli americani non c’entrano?
Le confessioni del Gaudí giapponese
Dalla pietra al maestro è un libro intervista che nasce dalla conversazione fra Etsuro Sotoo, scultore giapponese cui sono stati affidati i lavori della Sagrada Familia di Barcellona, e José Manuel Almuzara, presidente dell’Associazione pro beatificazione di Antoni Gaudí. Il dialogo è di quelli a 360 gradi: si parte parlando del lavoro di Sotoo ma si spazia su tematiche che investono la cultura moderna, i problemi della rappresentazione, i modi di intendere l’arte, il mestiere dell’artista (Cantagalli, 124 pagine, 14,50 euro).
un artista vero Etsuro Sotoo è capitato per caso trent’anni fa a Barcellona, seguendo il suo «amore per la pietra». Qui s’è così immedesimato nel lavoro di Gaudí che s’è convertito al cattolicesimo. L’aspetto più interessante di questo libro è comprendere le sue scelte artistiche alla luce del percorso di fede. Finirà mai l’edificazione del tempio? «Un’opera grande come la Sagrada Familia non si può intendere se non si guarda nella direzione verso la quale guardava il suo autore. Non bisogna guardare Gaudí, ma guardare là dove lui guardava».
Sarko non molla: niente alcol ai mondiali di rugby
La decisione è presa e sembra che nessuno riuscirà a far cambiare idea al presidente francese Nicolas Sarkozy: durante i mondiali di rugby che si svolgeranno dal 7 settembre al 20 ottobre in Francia sarà vietata la vendita di birra all’interno degli stadi. Decisione motivata dalla necessità di scongiurare eventuali problemi di ordine pubblico. Peccato che da quando la palla ovale è stata inventata non si sia mai registrato un solo atto di violenza sugli spalti. Dove, è noto, la birra scorre a fiumi.
ci ripensi «Dio ha inventato la birra per evitare che gli avanti conquistassero il mondo». Gli avanti sono gli otto uomini del pacchetto di mischia e questo è uno dei detti più antichi nel mondo del rugby: in effetti togliere la birra a un rugbista, giocatore o spettatore che sia, è come giocare senza palla. Si snatura il tutto. Già la Uefa del rugby, l’Irb, aveva messo a rischio l’haka, la danza tradizionale dei neozelandesi prima della partita, perché ritenuta “troppo aggressiva”, ma vietare la birra è davvero troppo: Sarkozy, ci ripensi. E si faccia una pinta con noi.
E Vittadini spaccò l’asse Fioroni-Cgil
I giornaloni dei padroni si sono sciolti in un brodo di giuggiole, sabato, quando Giorgio Vittadini (Fondazione per la Sussidiarietà) ha scelto di chiudere il Meeting di Rimini pompando alla grande in conferenza stampa il «passaggio enorme» compiuto dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni, il quale, proprio davanti alla platea ciellina, aveva appena ricordato l’aumento dei fondi concessi dal governo alle scuole paritarie. I titoloni sono venuti spontanei: “Il Meeting applaude Fioroni”, “Il ministro entusiasma Cl”, eccetera.
Machiavellico Quel che i giornaloni non sapevano è che il brodo di giuggiole in cui si sono tuffati a capofitto altro non era, in realtà, che il più classico dei trappoloni. Dietro l’inedito connubio Cl-Fioroni dato in pasto ai media, infatti, l’astuto Vittadini è riuscito a piazzare il colpaccio: presentare le aperture del ministro alle scuole private come uno smacco ai «sindacati Neanderthal come la Cgil». Il sindacato, va da sé, a Fioroni gliele ha giurate, ma ormai il ministro era applaudito e i titoloni stampati. E adesso a sguazzare nel brodo di giuggiole è rimasto solo quel volpone di Vittadini.
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