La riforma Moratti piace

Di Castagneto Pierluigi
22 Maggio 2003
In Liguria al referendum contro il buono scuola è andato a votare il 24% facendo saltare il quorum

In Liguria al referendum contro il buono scuola è andato a votare il 24% facendo saltare il quorum. In Tv, intervistato da Ferrara, il valdese non praticante Riccardo Illy, candidato come indipendente per l’Ulivo alla guida del Friuli Venezia Giulia, ha detto che bisogna prevedere un forma di sostegno alle scuole non statali. E in più ci si è messa anche l’Eurispes, che assieme alla Fondazione Liberal ha presentato la settimana scorsa il Primo Rapporto Nazionale sulla Scuola. L’indagine dice a chiare lettere che gli italiani promuovono la Moratti e la sua riforma e appoggiano la parità scolastica. Cominciamo dalla riforma: l’85 per cento degli intervistati dice sì all´introduzione dell’informatica e della lingua straniera dal primo anno della scuola primaria; il 74,1% approva l’alternanza scuola/lavoro come modalità alternativa per il conseguimento di diplomi e qualifiche a partire dai 15 anni; il 75% è a favore della reintroduzione del voto di condotta; sull’anticipo a 5 anni c’è un 53,6% di favorevoli; la valutazione biennale, introdotta e poi accantonata, aveva ottenuto solo il 38,2 % dei consensi. La distribuzione delle risposte in base all’area politica di riferimento evidenzia come i consensi maggiori provengano dai genitori di centro-destra (73,2%) e destra (73%), seguiti dagli intervistati politicamente orientati al centro (66%) e, a notevole distanza, dai genitori di centro-sinistra (41,1%) e sinistra (40,9%). Il dato più significativo però riguarda la parità: il 58,9% dei genitori ritiene giusto che l’Ente pubblico intervenga con forme di sostegno economico per consentire alle famiglie di optare tra scuola pubblica e privata. I contrari rimangono il 36,8%: ma solo pochi anni fa erano la schiacciante maggioranza. Segno di un mutamento culturale ormai in atto nel Paese, frutto dell’impegno accanito dei difensori della libertà di educazione. La classe politica non può non tenerne conto.

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