La par condicio di Bocca e la pennichella dei braccianti di Biagi

Di Lodovico Festa
10 Maggio 2001
«Sulla testa abbiamo una coltre di nubi nere e all’orizzonte c’è una caligine oscura come l’anima di certi personaggi che ambiscono a farci dipendenti di una ciclopica azienda sottomessa alle leggi del padrone»

«Sulla testa abbiamo una coltre di nubi nere e all’orizzonte c’è una caligine oscura come l’anima di certi personaggi che ambiscono a farci dipendenti di una ciclopica azienda sottomessa alle leggi del padrone», scrive Antonio Tabucchi sul Manifesto. Va bene l’antiberlusconismo ma il linguaggio da letterato di quart’ordine è proprio indispensabile? *** «Dobbiamo aspettarci che un Berlusconi presidente del Consiglio cerchi di espellere dall’Italia i gornalisti dell’Economist», scrive Ralf Dahrendorf su Repubblica. Avevamo inteso esattamente il contrario. *** «E cosa ci riserva, non si sa, forse il Ku Klux Klan, forse qualche guerra mondiale?», scrive Giorgio Bocca su Repubblica. Un sobrio attacco a George W. Bush. Per mostrare che non se la prende solo col Berlusca. *** «Una fase come quella attuale, in cui l’apparenza la fa da padrona rispetto alla sostanza», scrive Carlo De Benedetti sul Manifesto per il trentesimo compleanno del quotidiano comunista. De Benedetti da sempre preferisce la sostanza all’apparenza, lo testimoniano molti suoi antichi e attuali azionisti, e tutti i suoi ex operai. *** «Vedere Henry Kissinger alla sbarra, processato per crimini contro l’umanità, per genocidio e tentato sequestro di persona. Ancora pochi anni fa sarebbe sembrato un’illusione velleitaria. Ma oggi è una possibilità sempre più realistica, dopo i precedenti stabiliti dal giudice spagnolo Baltazar Garzon», scrive Marco d’Eramo sul Manifesto. Quante speranze e un Garzon solo. *** «Sono gli stessi che criticavano Prodi. Suppongo con altri argomenti», scrive sul Corriere della Sera Enzo Biagi. Commentando Marco Follini, Biagi fa del sarcasmo sostenendo che Prodi era criticato per motivi politici, non come Berlusconi. Le accuse a Prodi della stampa inglese in realtà riguardavano presidenze Iri, cessioni all’Unilever e consulenze Goldman Sachs. Ma che fanno i mitici collaboratori che dovrebbero aiutare il maestro a compilare 125 milioni di pezzi alla settimana? Dormono?

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