La Mummia – Il ritorno

Di Simone Fortunato
17 Maggio 2001
AL CINEMA di Steven Sommers con Brendan Fraser, Rachel Weisz La famiglia O’Connell alle prese con un nuovo risveglio della mummia. Si salveranno? Sì, purtroppo.

Se fosse un film, si potrebbe dire che il sequel de La Mummia, è un film orribile, sciocco, lamentoso, svogliato, sonnolento. Se fosse un film. In realtà La Mummia – Il ritorno è solo un video-giocattolone, e fatto pure male. Due ore di animazioni digitali (tutte uguali), capriole fasulle, sguardi da baccalà del protagonista, dialoghi osceni, situazioni aberranti, affosserebbero per sempre qualsiasi fumettone, anche dei migliori. Un film per morosi: nel senso che, tra il casino si può fare anche altro. Il finto aitante Fraser gioca a fare l’Indiana Jones dei poveracci: in sovrappeso da far schifo, meno espressivo e atletico del suo antagonista, ad ogni scatto (digitale) rischia un’ernia. La Weisz risuscita in continuazione e rompe le balle al figlio: l’unica nota realistica. E i cattivi? Sono i soliti bruttoni, stupidi e vestiti male. Mai così lontani dalla realtà: i veri cattivi hanno i capelli (finti), hanno la pancetta, gli occhialini sul naso, e Famiglia Cristiana sotto il braccio. Domenica, hanno votato un partito, dal colore sbiadito. Li chiamano tolleranti, ma preferiamo nominarli in altro modo. Le Mummie.

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