La morte di Luciani e la scelta di Giovanni Paolo II raccontate da Ratzinger
Tratto da ZENIT.org. L’8 novembre si è svolto all’Aula Vecchia del Sinodo in Vaticano un convegno sulla figura di Albino Luciani, Pontefice Giovanni Paolo I, che guidò la barca di Pietro per soli 33 giorni.
Sulla Sua morte improvvisa sono state pubblicate tante illazioni e pochi hanno cercato di leggere il segno dei tempi.
Tra questi ultimi molto significative sono state le parole dell’allora cardinale Joseph Ratzinger, il quale in una intervista rilasciata a Gianni Cardinale per la rivista 30 Giorni (8 settembre 2003) ha spiegato che “quella morte improvvisa aprì anche le porte ad una scelta inaspettata. Quella di un Papa non italiano”.
Per una più attenta informazione riportiamo alcune parti di quell’intervista.
Gianni Cardinale chiese al cardinale Joseph Ratzinger:
Ebbe realmente un ruolo importante in quel conclave?
Card. Joseph Ratzinger: È vero che con alcuni cardinali germanofoni ci siamo visti qualche volta. A questi incontri partecipavano Joseph Schröffer, già prefetto dell’Educazione cattolica, Joseph Höffner di Colonia, il grande Franz König di Vienna – che vive ancora –, Alfred Bengsch di Berlino; c’erano inoltre Paulo Evaristo Arns e Aloísio Lorscheider, brasiliani di origine tedesca. Si trattava di un piccolo gruppo. Non volevamo assolutamente decidere niente, ma solo parlare un po’. Io mi sono lasciato guidare dalla Provvidenza, ascoltando i nomi, e vedendo come si è formato finalmente un consenso sul patriarca di Venezia.
Lo conosceva?
Card. Joseph Ratzinger: Sì, lo conoscevo personalmente. Durante le vacanze estive del ’77, ad agosto, mi trovavo nel seminario diocesano di Bressanone e Albino Luciani venne a farmi visita. L’Alto-Adige fa parte della regione ecclesiastica del Triveneto e lui, che era un uomo di una squisita gentilezza, come patriarca di Venezia si sentì quasi in obbligo di recarsi a trovare questo suo giovane confratello. Mi sentivo indegno di una tale visita. In quella occasione ho avuto modo di ammirare la sua grande semplicità, e anche la sua grande cultura. Mi raccontò che conosceva bene quei luoghi, dove da bambino era venuto con la mamma in pellegrinaggio al santuario di Pietralba, un monastero di Serviti di lingua italiana a mille metri di quota, molto visitato dai fedeli del Veneto. Luciani aveva tanti bei ricordi di quei luoghi e anche per questo era contento di tornare a Bressanone.
Prima non l’aveva mai conosciuto di persona?
Card. Joseph Ratzinger: No. Io ero vissuto, come ho già detto, nel mondo accademico, molto lontano dalle gerarchie, e non conoscevo di persona i vertici ecclesiastici.
Poi lo incontrò di nuovo?
Card. Joseph Ratzinger: No, mai prima del conclave del ’78.
In quell’occasione scambiò delle parole con lui?
Card. Joseph Ratzinger: Qualcuna, perché ci conoscevamo, ma non molte. C’era molto da fare e da meditare.
Che impressione fece la sua elezione?
Card. Joseph Ratzinger: Io sono stato molto felice. Avere come pastore della Chiesa universale un uomo con quella bontà e con quella fede luminosa era la garanzia che le cose andavano bene. Lui stesso era rimasto sorpreso e sentiva il peso della grande responsabilità. Si vedeva che soffriva un po’ di questo colpo. Non si aspettava questa elezione. Non era un uomo che cercava la carriera, ma concepiva gli incarichi che aveva avuto come un servizio e anche una sofferenza.
Lei aveva visto il Papa al conclave. Nel rendergli omaggio le sembrava un uomo che nel giro di un mese potesse morire?
Card. Joseph Ratzinger: Mi sembrava che stesse bene. Certo non appariva un uomo di grande salute. Ma tanti sembrano fragili e poi vivono cento anni. A me appariva di buona salute. Non sono un medico, ma mi sembrava un uomo che, come me, non pareva avere una salute molto forte. Ma queste persone sono poi quelle che hanno di solito una maggiore aspettativa di vita.
Quindi fu per lei una morte inaspettata?
Card. Joseph Ratzinger: Assolutamente inaspettata.
Ebbe qualche dubbio quando cominciarono a girare voci su una morte violenta del Papa?
Card. Joseph Ratzinger: No.
Il vescovo di Belluno-Feltre, il salesiano Vincenzo Savio, ha annunciato di aver ricevuto, lo scorso 17 giugno, il nulla osta della Congregazione delle cause dei santi affinché si possa procedere alla causa di beatificazione del Servo di Dio Albino Luciani. Cosa pensa a riguardo?
Card. Joseph Ratzinger: Personalmente sono convintissimo che era un santo. Per la sua grande bontà, semplicità, umiltà. E per il suo grande coraggio. Perché aveva anche il coraggio di dire le cose con grande chiarezza, anche andando contro le opinioni correnti. E anche per la sua grande cultura di fede. Non era solo un semplice parroco che per caso era diventato patriarca. Era un uomo di grande cultura teologica e di grande senso ed esperienza pastorale. I suoi scritti sulla catechesi sono preziosi. Ed è bellissimo il suo libro Illustrissimi, che lessi subito dopo l’elezione. Sì, sono convintissimo che è un santo.
Pur avendolo incontrato in non più di tre occasioni?
Card. Joseph Ratzinger: Sì, è stato sufficiente perché la sua figura luminosa irradiasse in me questa convinzione.
Quando vi incontraste per il secondo conclave del 1978 quale era la sensazione dominante nel Collegio cardinalizio?
Card. Joseph Ratzinger: Dopo questa morte improvvisa eravamo tutti un po’ depressi. Era stato un colpo forte. Certo, anche dopo la morte di Paolo VI c’era tristezza. Ma quella di Montini era stata una vita completa, che aveva avuto un epilogo naturale. Lui stesso aspettava la morte, parlava della sua morte. Dopo un pontificato così grande c’era stato un nuovo inizio, con un Papa di tipo diverso ma in piena continuità. Ma che la Provvidenza avesse detto di no alla nostra elezione fu veramente un colpo duro. Benché l’elezione di Luciani non fu un errore. Quei trentatré giorni di pontificato hanno avuto una funzione nella storia della Chiesa.
Quale?
Card. Joseph Ratzinger: Non fu solo la testimonianza di bontà e di una fede gioiosa. Ma quella morte improvvisa aprì anche le porte ad una scelta inaspettata. Quella di un Papa non italiano.
Nel primo conclave del 1978 era stata presa in considerazione questa ipotesi?
Card. Joseph Ratzinger: Si parlò anche di questo. Ma non era un’ipotesi molto reale, anche perché c’era la bella figura di Albino Luciani. Dopo si pensò che c’era bisogno di qualcosa di assolutamente nuovo.
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1 commento
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Penso proprio che la figura di Papa Luciani sia stata quasi un “sacrificio necessario” sull’altare della Provvidenza. Perché dopo quella figura grande ma esile, i cardinali avvertissero della necessità di un Papa forte anche fisicamente.