La magia del costume: Gaetano Castelli. Una mostra a Roma

Di Gianfranco Ferroni
16 Novembre 2017
La mostra è un piacere per gli occhi, un trionfo di colore e di luce per esaltare il bello
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Gaetano Castelli, dopo la Cina e Londra, mostra le sue opere a Roma. E’ la sua città: qui lo scenografo famoso in tutto il mondo si presenta finalmente come pittore. I suoi dipinti parlano di costume, che l’artista definisce come parte integrante dello spettacolo: “Uso il costume come pretesto per introdurre nel magico mondo del colore, della luce e della fantasia. Dipingendo costumi indossati da manichini senza volto invito lo spettatore a sognare quale sia il personaggio che interpreti quel ruolo e che indossi quel costume”. E gli abiti non sono altro che pretesti per poter dipingere, modelli interpretati dal pittore che li traspone su tela nella maniera più scenografica ed elegante che si può immaginare. “Con i miei dipinti desidero rendere omaggio al mondo degli artigiani, il cui lavoro silenzioso, dietro le quinte, rende possibile la magia dello spettacolo. In questa mostra c’è un’opera cui sono particolarmente affezionato. È un omaggio a Danilo Donati, e ritrae il costume indossato da Richard Burton ne “La Bisbetica Domata” di Franco Zeffirelli. Il costume fa parte dell’archivio della Sartoria Farani che lo ha realizzato. Queste realtà artigiane, certosine e silenziose, sono parte del mio mondo, il mondo che ritraggo nei miei dipinti”, confessa Castelli.

La mostra è un piacere per gli occhi, un trionfo di colore e di luce per esaltare il bello, con citazioni che riportano alla moda, alle scenografie disegnate da lui stesso, alle decorazioni Lalique, ai temi cari a Botticelli e Van Gogh. Ventiquattro opere olio su tela realizzate con la tecnica delle velature, utilizzata nella pittura secentesca e caratteristica che rende unici e esteticamente affascinanti i dipinti di Gaetano Castelli, veri capolavori di luce e di colore. E il gallerista Paolo Antonacci, la cui attività si dedica da anni allo studio e alla valorizzazione dell’arte romana dal XVIII al XX secolo, ha avuto l’occasione di conoscere Castelli, ammirando nel suo studio di via Margutta le opere pittoriche del famoso scenografo, rimanendone affascinato. Questi dipinti, senza tempo né spazio, che trasportano la mente da Oriente a Occidente, immobili nella loro pur vibrante presenza, hanno colpito l’immaginario di Antonacci il quale ha immediatamente proposto a Gaetano Castelli di esibirli nella propria galleria di via Alibert per una mostra, a partire dal 23 novembre. Come scrive Vittorio Sgarbi, Castelli “quando affronta la pittura non è più il professionista del servizio pubblico, ma un poeta monologante all’interno del proprio atelier, che medita prima sul soggetto, per poi intervenire sulla tela intonsa con una matita sottile che seziona lo spazio senza lasciare traccia, per articolare i volumi e per programmare gli spessori plastici dell’oggetto ritratto”.

@ferronix

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