La levatrice

Di Fabio Cavallari
08 Aprile 2004
L’interessante articolo pubblicato sul numero 12 di Tempi “Rinasce in Europa il fronte della giustificazione della violenza politica”

L’interessante articolo pubblicato sul numero 12 di Tempi “Rinasce in Europa il fronte della giustificazione della violenza politica” a firma di Sergio Soave, mi permette di sottolineare quanto questa concezione, accarezzata per lungo tempo da una certa sinistra, sia nella realtà antimarxiana. Fausto Bertinotti sta subendo un pesantissimo attacco, fuori e dentro il partito, proprio in virtù di quella che egli stesso ha chiamato «l’ultima battaglia da segretario di Rifondazione»: la sfida culturale per un concetto non-violento della “trasformazione”. Le accuse di revisionismo, abiura e persino di anticomunismo si sono spesso basate proprio sull’interpretazione di un Marx che concepirebbe la rivoluzione come semplice organizzazione della violenza. Questa interpretazione, in verità, non ha fondamenti concreti e reali, ma è piuttosto una pericolosa mistificazione che andrebbe una volta per tutte chiarita. Confondere il non-marxismo di Mao Zedong secondo il quale «il potere nasce dalla canna del fucile» con la visione di Marx è opera culturalmente pericolosa. Quella della violenza levatrice della storia è un’affermazione che andrebbe analizzata con un certo puntiglio. Illuminanti a mio avviso sono le parole di Hannah Arendt (Sulla violenza). «Marx era consapevole del ruolo della violenza nella storia, ma questo ruolo era per lui secondario; non la violenza ma le contraddizioni inerenti alla vecchia società ne provocavano la fine. L’emergenza di una nuova società era preceduta, non causata, da esplosioni di violenza, che egli paragonava alle doglie del parto che precedono, ma naturalmente non ne sono la causa, l’evento della nascita organica. Allo stesso modo egli considerava lo Stato come uno strumento di violenza nella mani della classe dominante; ma il potere effettivo della classe dominante non consisteva né si basava sulla violenza». La levatrice, insomma, non è la madre biologica.

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