
La legge antiterrorismo russa danneggia la libertà religiosa, ma non paragonatela allo stalinismo

Il disegno di legge entrato in vigore il 20 luglio in Russia e approvato dalla Duma lo scorso 24 giugno sta sollevando proteste nelle comunità protestanti russe, che avevano chiesto digiuni e preghiere affinché la norma fosse respinta. Se il cosiddetto “pacchetto Jarovaja” (dal nome della sua promotrice) ha lo scopo di «contrastare il terrorismo e assicurare la sicurezza sociale», vieta anche il proselitismo e le attività religiose al di fuori delle sedi delle chiese registrate ufficialmente. E questo è un duro colpo per le sette protestanti che non si sono mai volute far riconoscere dallo Stato e che svolgono funzioni nelle case.
NON È STALINISMO. Definito dai protestanti come un provvedimento tipico del comunismo sovietico, il “pacchetto Jarovaja” ha generato opinioni contrastanti. Un missionario cattolico, in Russia da 24 anni, ha spiegato alla Cna che «queste nuove leggi favoriscono la Chiesa russa ortodossa», ma sarebbe una «una grande iperbole» compararle a quelle comuniste, visto che «obbligare le chiese a registrarsi è molto diverso dallo smembrarle completamente». Anche perché la Russia, oltre che dall’estremismo islamico, si sente minacciata dalle Ong e chiese americane che non vogliono registrarsi. Altri, come i testimoni di Geova, sono ritenuti «estremisti» perché professano la libertà di coscienza nei confronti della leva militare.
LE PENE. Il provvedimento, principalmente volto a combattere l’estremismo, ha poi aumentato le pene detentive fino a 7 anni per chi compie atti terroristici, chiedendo anche ai gestori telefonici un maggior controllo dei messaggi e file dei loro utenti. Per i reati terroristici e i gruppi paramilitari le pene previste nel codice penale si sono inasprite, mentre il reato di clandestinità sarà punito con il carcere fino a 5 anni. Gli atti di terrorismo internazionale prevedono invece l’ergastolo. Ma quello che ha generato le ire dei protestanti sono appunto le misure relative alle chiese “private” e all’autorizzazione che quelle registrate devono chiedere per il transito dei loro missionari in territorio russo, in mancanza della quale verranno espulsi.
«NON CI FERMEREMO». Sergey Rakhuba, presidente evangelico della Missione Eurasia, ha dichiarato che i protestanti «non freneranno l’attività di culto né quella di condivisione della propria fede». Per i cattolici, molto più inclini al rispetto del nazionalismo ortodosso, è invece molto diverso: «Non facciamo proselitismo per strada perché, a prescindere dalla legge, sarebbe pericoloso». Sebbene sia difficile predicare pubblicamente la propria fede, ha concluso il missionario, chiunque ha il diritto di battezzarsi e seguendo le regole del governo la presenza cattolica non è in pericolo.
Foto Ansa
Articoli correlati
16 commenti
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
Manco per niente. E’ un trucco della Ciesa Ortodossa per far perseguitare indirettamente le confessioni diverse dalle sue.
Non ha senso. E’ vedrete che tra un pò a Chiesa Cattolica ne approfitterà pure in Italia. Il politico Francesco non si lascerà scappare l’occasione .
In oltre definire protestanti “setta” é linguaggio da preti di campagna anni 50. Una setta per essere definita tale deve avere precise caratteristiche, che tutto il mondo protestante generalmente non ha.
E una testata come tempi, sa bene, che le “sette” protestanti, sono quelle che in America hanno reso forte una nazione, e che proprio a causa della mancanza di queste “sette”, oggi facciamo i conti con il “gender” di Obama.
Vedi? Da una parte fate i bravi e gli ecumenici, ma poi ala fine siete i soliti cari cattolici non diversi da i persecutori che oggi dite di voler combattere.
Enrico, grazie alle sette protestanti l’America è stata, soprattutto negli anni passati, ed è tuttora un paese culturalmente anticattolico. Tra l’altro è grazie alla stoltezza protestante che si è inaugurata la campagna di democratizzazione forzata del Medio Oriente (Iraq) che ha condotto alla morte milioni di persone, tra questi tanti cristiani veri (non affiliati a sette).
O mores Mala tempora currunt, sed peiora parantur.
La dottrina cattolica esorta i fedeli ad aderire alle leggi dello Stato e a riconoscerne l’autorità. I protestanti non vogliono tirar fuori la testa dalla sabbia perchè avranno qualcosa da nascondere. Peggio per loro.
Bisognerebbe capire quali sono i criteri per stabilire che cosa è il proselitismo e quali altri requisiti bisogna soddisfare per essere registrati: dare un giro di vite alle sette protestanti teoricamente va bene, anche se penso difficilmente applicabile in pratica. Ma il problema della Russia non è certo questa legge, bensì il suo nazionalismo che fa largo uso della retorica e dei simboli del comunismo, con lo stesso Stalin annoverato tra i padri della patria.
Questo è quello che afferma la propaganda ideologica del potere,Cisco, che dipinge Putin come un tiranno nostalgico del comunismo.Nel frattempo i nostri “democratici “poteri forti ci fanno governare dalla merkel, da hollande,obama ecc , osannano i vari erdogan o la aristocrazia islamica del Golfo. e organizzano “primavere” in Libia, Iraq.Siria , Ucraina,ecc.
@ Filippo
Io non parlo di Putin – anche se l’annessione della Crimea e la cacciata dei cattolici e’ un fatto – ma della Russia come paese. Traggo dal Secolo d’Italia, non certo un giornale anti-Putin: “Ma l’ombra di Stalin si allunga minacciosa. Quasi 60 anni dopo l’inizio del processo di destalinizzazione voluto da Krusciov, il “padre di tutti i popoli” continua a essere oggetto di culto per alcuni russi. E secondo un recente sondaggio del centro demoscopico Levada il 45% della popolazione ritiene che i sacrifici sostenuti durante lo stalinismo siano stati giustificati dai “grandi obiettivi” dell’Urss: una quantità nettamente maggiore rispetto al 27% registrato nel 2008. A incoraggiare questa tendenza è anche la nuova ondata di nazionalismo che sta attraversando la Russia dopo l’annessione della Crimea un anno fa riportando a galla antiche aspirazioni imperialiste. Con la differenza che ora al posto di falce e martello c’è l’aquila bicipite russa.”
Certo Cisco, però il problema in Crimea lo ha creato il governo fantoccio ucraino voluto da ue e nato.Conosco diversi Ucraini dalle mie parti, inizialmente erano entusiasti del nuovo corso , ne dicevano un sacco e una sporta contro i Russi, sognavano un futuro sfavillante come promesso dal”Occidente, adesso invece ….Ad ogni modo gli abitanti della Crimea sono Russi.Non dimentichiamo,poi, che la nato ad es.bombardò la Serbia che reclamava giustamente il Kossovo come parte integrante del suo territorio,adesso vediamo cosa è diventato il kossovo “liberato”…La Russia attuale ha mille colpe e difetti , ma è l’unica che si oppone davvero al fondamentalismo sunnita, contrariamente ai governi occidentali.La Russia è una potenza e tale vuole rimanere.sono finiti i tempi di Eltsin, quando era diventata un misero protettorato americano.Un mondo dove esiste una sola potenza (gli usa) è una sciagura, soprattutto alla luce dei danni combinati dagli ultimi bislacchi governi (clinton,bush jr,obama )americani.Meglio ci siano anche potenze come Russia e Cina non succubi di Washington, alla faccia del”nuovo ordine mondiale”.Distinti saluti e buona serata. comunque , Cisco. e grazie per la risposta.
Però è sbagliata anche la reductio ad Crimeam, così come la semplificazione “in rosa”. Il cesaropapismo è un problema in Russia da Ivan il Terribile. Inoltre molti russi residenti nei territori annessi nel 2014 ce li ha messi Stalin nel 1935 dopo l Olodomor. Certo, le norme del 2016 non sono certo paragonabili a Kruscev o a qualsiasi altra legislatura sovietica, ma ricordatevi anche del passato zarista.
All’imperialismo occidentale e a quello arabo che ci stanno portando verso il disastro, preferisco il sano Patriottismo Russo .Il passato zarista non va rinnegato,ma non dimentichiamo allora i macelli combinati dal colonialismo inglese, francese, belga tedesco,ecc se proprio dobbiamo rivangare il passato, per non parlare di quello ottomano.Il discorso relativo alla Crimea non propio cosi semplice come lo esponi tu,Felpa, è più complesso..Nessuna semplificazione “in rosa”,infine, semplicemente è l’asse ue-nato-paesi arabi che sta dipingendo il nostro Presente di “nero”.
Per la cronaca: sono lettore appassionato delle vicende dei Romanov. L Impero russo, nonostante i difetti, è stato un grande impero. Anche io, sinceramente, mi esalto davanti alle aquile bicipiti. Ma so anche cosa significano (potere temporale e spirituale uniti sulla stessa testa, che però non è il Papa), per cui ritorno subito oggettivo.
Felpa, i Romanov sono morti ma una certa regina Elisabetta II è ancora viva ed è suprema governatrice della Chiesa Anglicana, una papessa in salsa massonica…
Vero, ma non centra niente con il caso in questione. Tanto più che gli anglicani sono alla frutta. Si sta parlando di Russia, ed il cesaropapismo russo nella Storia non è stato meno doloroso di quello inglese. Cisco citava anche la rivisitazione di Stalin. Meglio non idealizzare certi modelli statuali. Putin è un grande statista, ma non un crociato adamantino.
Sono d’accordo con il governo Russo in questo caso.
Complimentoni!
ahahah Ah Lele, puoi dirlo forte, tu procurati burka e palandrana ,nel frattempo !|