Riportiamo uno stralcio dell’intervista a Salvatore Rossi, ex direttore generale di Bankitalia, apparsa oggi su Repubblica (“Berlino ci ha ostacolato nel salvare le nostre banche”, di Francesco Manacorda).
Non avete saputo o non avete potuto ottenere che in Europa si facessero norme più adatte?
Quando nel 2013-14 era in discussione la direttiva Brrd sulla risoluzione delle crisi bancarie, Banca d’Italia e il ministero dell’Economia ci provarono: presentammo assieme un documento tecnico in cui si sosteneva che il cosiddetto “bail-in”, ossia il salvataggio delle banche con i soldi di chi ce li aveva messi, a partire dagli azionisti, e non il “bail-out”, che si faceva invece con i soldi pubblici, non poteva essere retroattivo e che ci sarebbe voluto un periodo di transizione perché tutti si abituassero alle nuove regole.
Non è andata così. Non siete stati convincenti?
Non potevamo contrastare una tendenza che si affermava in tutta l’Europa a guida tedesca. Era anche scoppiata la crisi dei debiti sovrani che aumentava i sospetti tra Paesi del Nord e del Sud Europa.
Sta di fatto che la Germania – e non solo – aveva già salvato le sue banche con soldi pubblici.
Sì, tanto che si potrebbe attribuire alla Germania questo pensiero: “Noi abbiamo salvato le nostre banche, adesso non diamo il permesso agli altri di salvare le loro”. Anche per il clima di sfiducia che si era creato.
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