
La fola di Moretti
Intorno a un tavolo ci sono delle sedie e a prima vista sono tutte uguali. In realtà una è completamente rotta, le gambe non sono attaccate al sedile ma solo appoggiate e anche lo schienale è così. Dunque una delle sedie è soltanto il simulacro di una sedia, ma per saperlo bisognerebbe scrutarla, toccarla, muoverla. Ma cosa succederebbe se qualcuno, ignaro, foss’anche Jhonny Stecchino, si sedesse sopra a quel simulacro? Cadrebbe a gambe levate. E cosa penserebbe un osservatore assistendo a una scena del genere, non avendo ragioni per sospettare che quella sedia non sia una normale sedia, uguale a tutte le altre? Penserebbe che il personaggio andato a gambe levate, con il suo movimento (l’atto di sedersi), ha sfasciato una sedia. Penserebbe che sino ad un attimo prima la sedia rappresentava un oggetto in buono stato ed efficace, subito dopo un semplice ammasso di pezzi inutili. Il colpevole, a prima vista, è l’uomo che ci si è seduto sopra. Dunque, in questa rappresentazione della realtà esisterebbe solo un’apparente verità: la verità secondo cui senza quell’atto del sedersi la sedia non si sarebbe rotta. Ammettiamo però che l’osservatore sia una persona minimamente realista e sensata, volete che non si ponga la domanda: ma com’è che una sedia finisce in pezzi così, che non ci si è seduto sopra neanche un Giuliano Ferrara?
Scusate, era solo un modo per tornare su certe fole nannimorettiane (ancora molto in voga a sinistra, ma anche Lamberto Dini che di sinistra non è lo ha detto lunedì scorso al Corriere della Sera, che è di sinistra? bah), secondo cui, se siamo qua a gambe all’aria, con Berlusconi e la destra al potere, la colpa è di Bertinotti.
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