A don Giussani piaceva consigliare libri ai suoi. «Ma nei confronti di Enzo aveva una preferenza, anche perché sapeva che, oltre a leggerli, li capiva». Ieri al Meeting di Rimini è andato in scena uno strano incontro. Davide Prosperi, vicepresidente della Fraternità di Cl, e Giancarlo Cesana, medico, per anni strettissimo collaboratore di don Luigi Giussani, hanno parlato di un testo che raccoglie le presentazioni di quattro libri. Si tratta di Il fuoco sotto la cenere, volume appena pubblicato dalla Società editrice fiorentina, che contiene degli “inviti alla lettura” di quattro grandi romanzi: Vita e destino di Vasilij Grossman, Corpi e anime di Maxence van der Meersch, Ilia e Alberto di Angelo Gatti e Lettere sul dolore di Emmanuel Mounier.

Giussani aveva una preferenza per Piccinini e Piccinini aveva una preferenza per quelli che incrociava nelle sue peregrinazioni. All’incontro del Meeting in una sala perfino troppo piccola per contenerli tutti, erano tanti i “figli” di questo medico che del suo incontro col movimento di Cl diceva: «Mi ha cambiato persino il temperamento». Perché il suo modo di parlare di quei volumi non aveva forse tutti i crismi della valutazione letteraria ma certamente andava al nocciolo della questione, sia che si trattasse degli insperati gesti di bontà nel conflitto tra tedeschi e sovietici, sia che si parlasse di bambine idiote fatte sedere a capotavola durante le cene tra grandi intellettuali. E il nocciolo della questione non sono solo i pur splendidi passaggi che Piccinini sa far emergere dai testi, ma Piccinini stesso. O meglio, lo spettacolo di una vita illuminata e trasformata dalla fede che rende più intelligenti, più acuti e più determinati. Se non più felici, di certo più consapevoli che la vita è sempre dramma, ma mai sciagura.