
La classe non è acqua. E’ vino
Lo squillo del telefono annunciava una richiesta sorprendente, da lasciare quasi senza parole. Giungeva da lontano, da Dubai. Era il responsabile della wine list del Burj al arab, il caratteristico hotel a forma di vela, considerato il più chic del mondo, potendo vantare addirittura sette stelle. Esagerato. Quel professionista chiamava per ordinare bottiglie di gran pregio per l’esclusiva cantina. «Roba da far girare la testa, ma che soddisfazione. Non capita tutti i giorni che il vino di tua produzione finisca sui tavoli dell’hotel della vela».
Patrizia Torti è seduta di fronte a noi nella sala di rappresentanza che sa di cose antiche, genuine, vere. Eccoci nell’azienda vinicola Torti che si distende sulla fortunata terra dell’Oltrepò pavese che, si dice, coltiva la vite donando piacere ed emozione da più di 3 mila anni. Ma è con il Medioevo e il sorgere dei castelli che si inizia a valorizzare la qualità nella regione di quell’autentico “ben di Dio”. «È magnifica, con quei colori che non dimentichi più. Il bello è che non ti abitui mai, è come se ogni giorno ai tuoi occhi si presentasse un quadro diverso. Struggente e irripetibile». Già, questa meraviglia si esprime a metà strada tra il Polo Nord e l’Equatore, al 45° parallelo, come ci informano i cartelli incontrati lungo la strada e le prime dolci scollinature per raggiungere la tenuta Tenimenti Castelrotto Torti. Ed è proprio da questa piccola azienda a conduzione familiare che dal 2003 partono i vini per il Burj al arab, imponente vela che con i suoi 320 metri d’altezza sovrasta la baia di Dubai.
«Guardi che è successo tutto un po’ per caso», ricorda Patrizia Torti, «ero stata a trovare alcuni amici a Dubai e avevo portato alcune bottiglie per festeggiare l’incontro con persone care. Loro, a sorpresa, organizzano una piccola presentazione dei miei vini, una cosa così, senza pretese. Invece come hanno dimostrato i fatti si è rivelata un piccolo avvenimento perché dopo appena un mese da quel viaggio, arrivava in azienda la famosa telefonata, il nostro pinot nero aveva lasciato il segno».
Un’arte virtuosa
La famiglia Torti vanta una virtuosa frequentazione con la produzione vinicola da oltre un secolo. In principio si cimentava con tale arte il signor Giovanni che possedeva vigneti collocati in collina dove la viticoltura risultava particolarmente favorita da un clima mite. Suo figlio, l’Enrico, contagiato dalla passione di papà, ne proseguiva l’opera che il nipote Dino perfezionava per far crescere d’importanza l’azienda. Dino è il papà di Patrizia, la sorella maggiore, ma in azienda si dà un gran daffare anche l’altra sorella, Laura. E poi c’è Sophia Loren, «fino a qualche anno fa chiamavano così la mamma. Era bellissima, anche adesso però non scherza, vero?», dice Patrizia. In quel momento infatti entra la signora Giusy che è lì solo per un saluto, che ci sono un sacco di cose da sbrigare e non solo questioni di vino ma anche faccende di casa.
«Patrizia le ha detto tutto, che l’azienda sta andando molto bene, che anche l’ultima annata è stata buona e che stiamo crescendo? Beh, arrivederci e scriva tutto per bene». Papà Dino è molto più silenzioso, con quella riservatezza che molti uomini conservano come un tesoro specie se le loro giornate sono affidate alla fatica, da quando il sole quasi non si è ancora alzato a quando di nuovo si è coricato da un bel po’. «Io e mia sorella abbiamo imparato tutto da loro. Lavorano con una passione infinita, sono assolutamente presenti per qualsiasi decisione presa. Devo dire poi che si fidano. Ci consigliano e si fidano. E ci ricordano sempre che nell’attività di produrre si riesce al meglio solo se troviamo tutti i giorni un senso a ciò che si fa».
Papà Dino che sta seduto al suo fianco non fa una piega. Allora Patrizia spiega che «suo padre gli ha sempre detto che bisogna fare qualcosa di bello prima di tutto per la famiglia e che solo se la famiglia è soddisfatta lo può essere anche la clientela». Ci pare un buon segnale di educazione: si coltiva con frutto la vite se si coltiva con giudizio la dimensione del rapporto personale. E stai a vedere che educazione fa anche rima con innovazione. E che pure una piccola impresa tradizionale, che ruota intorno a una vivace famiglia, può far vanto di sé dappertutto. Vicino e lontano. Lontanissimo come a Hong Kong e come in India «dove lavoriamo molto bene da quattro anni».
E di questo percorso di innovazione dell’industria vinicola Torti si è resa conto la Regione Lombardia che sa riconoscere quelle piccole imprese che fanno innovazione e che perciò dimostrano di essere sul campo assolutamente competitive.
Tanto che ha voluto testimoniarlo con un riconoscimento consegnato alle sorelle Torti dal vicepresidente e assessore all’agricoltura Viviana Beccalossi. Con questa bella motivazione: «Questa azienda dopo essersi affermata a livello locale e nazionale, attraverso la vitalità delle due giovani sorelle Patrizia e Laura Torti, ha capito quanto importante fosse puntare su nuovi orizzonti. Tra i successi delle sorelle Torti, ricordo quello di aver fatto conoscere e apprezzare il Pinot Nero dell’Oltrepò nei paesi arabi e in particolare nell’unico hotel a 7 stelle al mondo, l’hotel al Burj di Dubai». Come per quella telefonata anche l’arrivo di questo premio coglieva di sorpresa Patrizia Torti. Confessa: «Non mi avevano detto niente. Ero stata invitata per la presentazione di Vinitaly, un’importante fiera del nostro mondo, ebbene, a un certo punto sento le parole del vicepresidente Beccalossi e del riconoscimento alla nostra attività. Ero felicissima, molto emozionata, mi veniva da piangere pensando al duro lavoro di mio papà Dino e di mia mamma Giusy. Mai una recriminazione, sempre un’attenzione a me, a mia sorella e alle persone che fanno parte di questa impresa che umilmente prova a realizzare vini di ottima qualità».
Oggi la lista dei vini Torti è significativa. Oltre al già citato pinot nero, l’azienda produce e distribuisce riesling italico, barbera, croatina, moscato. L’esperta Patrizia puntualizza: «Da noi avviene la vendemmia più lunga d’Italia. Prima si raccoglie il pinot nero per gli spumanti, poi le uve bianche come il riesling italico, infine le uve rosse come il barbera e la croatina. In particolare, il pinot nero, utilizzato per gli spumanti e per produrre grandi vini rossi da invecchiamento, gioca senza dubbio il ruolo di protagonista».
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