
La Cina è vicina
E’ormai evidente a tutti coloro che non si lasciano acciecare dalle ideologie, che l’azione disgregatrice di Berlinguer e compagni sta minando alla base il concetto di scuola e, opportunamente, qualcuno ha citato l’amara ironia del prof. Lucio Russo, docente di calcolo delle probabilità a Tor Vergata, il quale, in una recente intervista, ha affermato che “l’effetto Berlinguer è come quello provocato dalla Rivoluzione culturale in Cina”. Al tempo dei “cento fiori” infatti, negli anni 1966 e seguenti, i docenti universitari più prestigiosi venivano strapazzati e spesso anche eliminati fisicamente, i libri bruciati, mentre gli studenti, quelli veri, venivano spediti ai lavori pesanti e l’ignoranza trionfante celebrava i suoi riti di ottusa violenza.
In Italia, per ora, si sta verificando la fuga dalla scuola dei docenti più esperti e collaudati da una brillante carriera (chi può, va in pensione con anni di anticipo), mentre agli eroi che rimangono o ai giovani esordienti, a volte ricchi di una buona preparazione e di idealità, si rende la vita impossibile, se ne mortifica l’ingegno e l’iniziativa personale con la tirannia del gruppo che impone “collegialmente” “obiettivi” e metodi politicamente corretti (i contenuti ormai pare non interessino gran che ai pedagogisti di regime che guidano il gioco), si costringono a subire la “collaborazione” di minorenni inesperti, ignoranti e spesso indottrinati da adulti irresponsabili, per fare ricerche fasulle, come quelle raccomandate recentemente da una ispettrice ministeriale durante un corso per “formatori” (saranno le “guardie rosse” del futuro?). La suddetta ispettrice diceva che nei “laboratori”, di cui ogni scuola dovrebbe essere dotata, non si dovrà più “studiare”, ma “fare” la storia, lavorando alla pari, docenti e discenti, sull’aria fritta di regime congeniale ai nostri riformisti.
È naturale che la prospettiva di dover affidare i nostri ragazzi ad una scuola dominata dalle insane teorie dei “saggi” berlingueriani e compagni, preoccupi giovani e vecchi e vada ormai ben al di là della vexata quaestio dei sussidi alla scuola non statale, perché, in ogni caso, in cambio di quattro spiccioli elargiti col contagocce, si farebbe valere l’obbligatoria omologazione di tutte le scuole, statali e no, al nullismo culturale e alle stolide futilità suggerite da folgoranti intuizioni, sul tipo di quelle del prof. Maragliano, privilegiato consigliere del principe ed entusiasta sostenitore dei videogiochi, da lui considerati la massima rivoluzione culturale del futuro.
Per questo i rappresentanti delle varie associazioni, già aderenti in gran parte al cosiddetto “cartello del Palavobis”, hanno voluto affidare al professor Mario Mauro un messaggio valido sia a Bruxelles sia a Roma, perché, con l’autorevolezza che gli è venuta dagli elettori, possa ora appoggiare, oltre al ricorso dell’agesc all’Unione Europea per la disparità di trattamento verso la scuola non statale in Italia rispetto agli altri stati dell’Unione, anche i valori originali e le caratteristiche positive di genialità, operosità ed efficacia della nostra scuola, quando non sia inquinata da pedagogismi prepotenti ed allotrii o ridotta a cinghia di trasmissione di ideologie totalitarie.
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