
La chiesa in fiamme salvata dall’imam e dai musulmani

Articolo tratto dall’Osservatore romano – Le fiamme di un incendio sviluppatosi accidentalmente avvolgono in piena notte una chiesa, e l’imam della vicina moschea utilizza gli altoparlanti del luogo di culto musulmano per lanciare l’allarme e chiamare tutti a intervenire per spegnere le fiamme. È accaduto nei giorni scorsi in Egitto, a Shubra al Khaymah, nella zona settentrionale della grande area urbana del Cairo. Intorno alla mezzanotte, le fiamme sprigionatesi per cause ancora non chiare (ma dovute probabilmente al corto circuito di un impianto elettrico) hanno raggiunto le impalcature di legno innalzate per dei lavori di ricostruzione intorno alla chiesa copta ortodossa di Anba Makar.
A lanciare l’allarme nel quartiere — riferisce l’agenzia Fides — è stato lo sceicco El Jamea, imam della moschea vicina, che ha chiamato la popolazione a intervenire per cercare di spegnere le fiamme. Tra i primi ad accorrere sul luogo dell’incendio e a tentare di contenere i danni provocati dalle fiamme — domate grazie all’intervento degli apparati per la protezione civile — ci sono stati molti giovani musulmani che nelle vicinanze stavano consumando insieme l’iftar, il pasto serale con cui interrompono il digiuno durante il mese sacro del Ramadan.
Anba Morcos, vescovo copto ortodosso di Shubra al Khaymah, ha pubblicamente ringraziato l’imam della moschea per la prontezza del suo intervento, presentato ora da molti media come un esempio concreto della attitudine spontanea del popolo egiziano a costruire nella ordinarietà delle relazioni sociali una convivenza pacifica e solidale, che non si lascia condizionare dalle trappole delle propagande settarie.
Al riguardo, lo scorso anno, studiosi dell’Università di al- Azhar, principale centro teologico-accademico dell’islam sunnita, hanno sottoposto agli uffici della presidenza della repubblica egiziana il testo di una proposta di legge per contrastare le violenze e la propaganda di odio condotta in nome della religione.
L’iniziativa è orientata appunto a ridurre le manifestazioni di odio e di intolleranza promosse da gruppi estremisti e a riproporre il principio di cittadinanza come base di una convivenza pacifica e feconda tra connazionali appartenenti a diverse componenti religiose.
Inoltre, ha obiettivo di esprimere una netta presa di distanze dell’Università di al- Azhar nei confronti di teorie e propagande che in seno alla comunità islamica giustificano l’odio e la violenza strumentalizzando il Corano e facendo uso improprio di argomenti religiosi.
Foto Ansa
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