La Champions incorona Eliseu, ex grande flop della Lazio di Lotito
Voto 10. Cristiano Ronaldo: il 4-0 del Real sull’Ajax è il messaggio più minaccioso che gli uomini di Mourinho potessero mandare ai rivali del Barca. Tanto possesso palla, una marea di azioni create, e la finalizzazione ottima del lusitano, autore di una tripletta. Tra lui, Kakà e Benzema è gara tra tre tenori d’eccezione, e se il francese pare Placido Domingo quando s’inventa una semirovesciata al bacio, Ronaldo risponde alla Pavarotti mandando definitivamente in soffitta le voci sui suoi malumori: tre gol, due meravigliosi. In campionato stenta, ma in Champions il Real pare il club più in forma.
Voto 9. Eliseu: guardi i marcatori della giornata e ti dici: io questo nome l’ho già sentito? È lui? No, è un omonimo, non può essere proprio quel giocatore là, è uno che gli somiglia… Invece è proprio lui. L’autore della doppietta che manda in cielo il sorprendente Malaga (in testa al girone C a punteggio pieno, con 6 gol in 2 partite) è una vecchia conoscenza della Serie A italiana. Se lo ricorderanno i tifosi della Lazio, nonostante il suo numero di presenze coi biancocelesti non avesse superato quota due partite? Ieri si è preso la sua rivincita, con due bei gol. Per la serie “a volte ritornano”.
Voto 8. Abbiati: il Milan parte forte poi si spegne, Hulk fa quel che vuole, ma il portierone rossonero è in serata di grazia, protagonista di una gara quasi perfetta (peccato che vada a farfalle sul corner del 2-2). Anyukov dev’essere ancora fermo sguardo perso nell’aria a chiedersi come abbia fatto Christian a toglierli dalla rete quel siluro al ’82.
Voto 7. Rodianov: la vera sorpresa della giornata la confeziona il suo BATE, che batte in casa 3-1 i favoritissimi vice-campioni in carica del Bayern, reduci da nove vittorie casalinghe. Spirito battagliero, umile e fortunato al punto giusto, il club bielorusso sfrutta al meglio i vuoti dei bavaresi, e grazie anche alla bella rete del suo capitano (il 2-0 è un suo bolide sotto la traversa dopo un triangolo perfetto) volano in testa al Gruppo F.
Voto 6. Hooper: il match tra il suo Celtic e lo Spartak è da urlo: gli scozzesi vincono 3-2 con un gol all’ultimo di Samaras, dopo essere passati in vantaggio e poi sotto 2-1. I Bhoys entrano nella storia centrando il primo successo esterno in Champions League, e ringraziano la loro punta 24enne inglese, autore di un gol e un assist. Nome poco noto ai taccuini europei, quest’estate doveva partire verso il Southampton, invece Lennon si è impuntato e l’ha tenuto in rosa. E ora ride, perché il milioncino abbondante guadagnato ieri coi premi Uefa è manna nel deserto per le casse del Celtic, e i 3 punti guadagnati sono un bel passo avanti verso la permanenza in Europa.
Voto 5. Juventus Stadium: non ci poteva essere esordio peggiore per il tempio bianconero. Dopo un anno di elogi da tutta Italia, lo stadio juventino si mette lo smoking per la sua prima grande serata di gala, ma gli 11mila seggiolini vuoti sono un errore che pesa quanto un papillon bianco su vestito scuro. Pantaloni stretti, giacca tirata e pure con qualche macchia… Alla banda di Conte manca l’apporto del suo pubblico nel momento più difficile, e così capita che chi fa festa sono le pettorine arancione emergenza dello Shakhtar.
Voto 4. Mancini: il City non decolla in campionato, e in Champions fa peggio. È vero, il girone è tosto, ma se ieri sera in casa contro un ottimo Borussia il tecnico di Jesi non è incappato in una sconfitta clamorosa deve ringraziare Hart e Balotelli. Il primo sembra Superman e salva i suoi almeno 6 volte, il secondo è più puntuale di un segretissimo bacio riconciliatore con la Fico scambiato davanti ad una macchina fotografica, e allo scadere fa 1-1 su rigore. Il Mancio si salva, ma così giocando gli ottavi restano un miraggio.
Voto 3. Lavezzi: il Psg di Ancelotti pareva un diesel: partito freddo nelle prime 3 giornate di campionato, a lungo andare sembrava essere riuscito a trovare la miscela giusta per far girare insieme i suoi campioni, e sfruttare tutta la potenza di un motore da Ferrari che è Ibrahimovic. Ma il caro benzina si sente anche per gli sceicchi, tenuti a galla solo da un airbag di serie qual è Sirigu, mentre la sceneggiata dell’ex-napoletano, che entra al ’73 e esce al ’80 prendendo a calci tutto ciò che trova sulla sua strada, è l’emblema di una corazzata petrolifera bloccata bene dall’energia green del giovane Porto. Per il Pocho tempo di riflessione: Ibra e Verratti incantano, lui non ha ancora trovato il feeling giusto con Ancelotti.
Voto 2. Olympiacos: la crisi greca pervade anche il calcio, e la sola compagine ellenica presente in Champions perde anche contro l’Arsenal e non si schioda dallo 0 termico. I Gunners, come sempre brutti ma cinici in Europa, ci provano a suon di errori a dare i loro sussidi alla causa di Atene, ma le scelte di Maniatis e compagni sono delle peggiori. Match noioso e da sbadigli, si segnala solo il ritorno al gol del giovane Ramsey, appena rientrato da un infortunio.
Voto 1. Galatasaray: i turchi sottovalutano il Braga, reduce da un brutto 0-2 in casa contro il Cluj. Producono gioco sì, ma non riescono a concretizzare, mentre l’aggressività dei portoghesi (che han perso sì lo scorso turno contro i rumeni, ma tirando ben 35 volte verso la porta avversaria) accende la sfida al secondo posto del gruppo H. Lo United sembra andare liscio verso la sua strada, dietro Cluj e Sporting Braga sono appaiate, e non sembrano troppo lontane per gli uomini di Terim, cui però urge trovare in fretta la prima vittoria.
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