La caccia allo squalo dei giornali (che trattano i lettori da tonni)

Di Da Rold Gianluigi
13 Ottobre 1999
Bokassa

Le notizie non si sprecano proprio, sui giornali e sulle televisioni del nostro amato Paese. Si parla di una lista di spioni del Kgb, addirittura di un ministro “talpa” che mandava informazioni alla Lubjanka. Si parla dell’assoluzione di Andreotti a Perugia e delle lettere “in bellissimo italiano” che Antonio Di Pietro scrive sul Corriere della Sera. Ma l’italiano medio, se non è uno “specializzato” lettore di quattro o cinque quotidiani, non ne sa quasi nulla. L’italiano medio, a parte quando deve andare a fare benzina e altre spese, si deve convincere che in questo paese va tutto bene, perché, tranne per la “giornata di Andreotti”, non succede assolutamente nulla di importante. Come hanno detto i telegiornali, dall’alto della loro cattedra, la “grande notizia” è lo squalo bianco che “attaccherebbe le imbarcazioni nell’Adriatico”, ma che in realtà si è mangiato solo un tonno sotto un gozzo. Nei bar della penisola si è già sviluppato un dibattito importante: lo squalo bianco è maschio o femmina? Avrà deposto le uova davanti al Salento o in prossimità di Gabbice Mare, in caso fosse una “squala”? E già, malgrado i problemini di questo paese, la notizia di apertura dei telegiornali e l’articolo di prima di diversi quotidiani diventa il “pescione”.

Tutto questo è il “grande fratello” di George Orwell? In parte è vero. C’è un “silenzio assordante” di fondo, in questo paese, ma nello stesso tempo le “vere notizie” scompaiono dalle zone importanti dell’informazione. Però, a ben vedere, si tratta di una disinformazione che ha più del comico che del tragico. Siamo alla farsa più che altro. E il “grande fratello” orwelliano è, piuttosto, un “fratello scemo”.

Noi scriviamo queste cose non perché siamo allibiti, ma soprattutto perché pensiamo che l’immagine che ci eravamo fatti di questo paese è correttamente esatta. “L’importante è non far sapere”, questo è lo scopo “quasi dichiarato” apertamente dagli editori dei grandi media del Belpaese. Nel frattempo, oltre alle notizie che sfuggono ai nostri cronisti “scatenati”, si apprende (non dai giornali e dalle televisioni) che si fanno affari a “tutta birra”: dalla Telecom alle Generali è la via italiana nuova del “mercato”. Quello nascosto, s’intende. Si potrebbe dire “mercato nero”. Quasi uguale a quello delle notizie.

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