L’Aquila, direttore di Confcommercio minaccia di darsi fuoco: “Lancio il grido di dolore dei commercianti”
Una protesta per lanciare «Un grido di dolore per i piccoli commercianti di questa martoriata città»: Celso Cioni, direttore di Confcommercio de L’Aquila si è barricato per un paio d’ore nella filiale abruzzese di Bankitalia e ha minacciato di darsi fuoco con la benzina. Per fortuna i carabinieri e poi l’incontro col prefettolo hanno fatto desistere dal suo intento.
NASCOSTO. Durante una riunione in corso alla filiale di Bankitalia con alcuni delegati di Confcommercio, intorno al mezzogiorno Cioni si è allontanato dai colleghi e si è chiuso in uno dei bagni. A quel punto Cioni ha gridato che avrebbe iniziato uno sciopero della fame e della sete, poi ha fatto sapere di aver portato con sé della benzina, e di essere pronto a darsi fuoco con un accendino: ha chiesto di incontrare il prefetto de L’Aquila Francesco Alecci. Quest’ultimo, dopo aver interloquito al telefono con Cioni, si è precipitato sul posto. Durante la protesta viene intanto diramato ai media anche un messaggio scritto dal direttore aquilano di Confcommercio, in cui si legge: “Sono Celso Cioni direttore Confcommercio L’Aquila e mi sono barricato in un bagno della filiale Bankitalia per lanciare il grido di dolore dei piccoli commercianti di questa martoriata città che, costretti dal terremoto a lasciare i propri negozi senza ottenere alcun sostegno e facendo debiti, si sono ricollocati alla meglio e sono disperati, con le banche che li tengono quotidianamente sotto pressione”.
“BASTA CON QUESTA SITUAZIONE”. Nel messaggio, Cioni prosegue: “Molti sono esasperati e ricorrono a medici e psicologi o a psicofarmaci per sostenere questo stato di cose di cui non hanno colpe. Come sapete ci sono casi di suicidi. Per questo inizio sciopero fame e sete e chiedo che il governo riveda le condizioni del sistema bancario almeno nei paesi del cratere e della città che è ancora militarizzata e domando se qui possono applicarsi le stesse regole di luoghi dove non è successo nulla. Se verranno forzate le porte del bagno dove sono barricato ho con me benzina e accendino. Basta con questa situazione che non meritiamo. Basta”. Dopo due ore, grazie al comandante provinciale dei Carabinieri, il colonnello Savino Guarino, Cioni ha acconsentito ad uscire dal bagno e iniziare un colloquio più sereno con il prefetto.
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