Koda, fratello orso

Di Simone Fortunato
26 Marzo 2004
Un ragazzino, dopo la morte del fratello, viene trasformato in orso per scoprire l’amore e la fratellanza.

Il peggio del peggio del peggio targato Disney. Abbiamo sempre avuto un po’ il dente avvelenato con la Disney del nuovo corso all’insegna del disimpegno etico e del relativismo morale. La vita senza pensieri cantata ne “Il re leone”, l’animalismo violento propugnato in Tarzan, l’ecologismo di Pocahontas e il sentimentalismo di Lilo & Stitch, dopo tanti anni, ci hanno stancato e fatto venir voglia di cambiare cartoons (la Pixar cristiana di Monsters & Co. e Nemo). Ma “Koda, fratello orso” è peggio di tutti: e non per la banalità di una storia poco originale e mai simpatica, ma per l’ideologia chiara e aberrante che la sostiene. Un ragazzo vede morire il fratello durante un combattimento con un orso. Lo vendica uccidendo l’orso assassino, ma per punizione viene trasformato in orso. Sotto queste vere spoglie imparerà l’amore e la fratellanza, e sceglierà di rimanere orso piuttosto che tornare uomo. Animalismo, ecologismo, panteismo, disprezzo per l’uomo, atmosfere new age e un finale moralmente inaccettabile (Non importa se sei uomo o orso: ti amerò comunque): il terrorismo passa anche attraverso il cinema. E genera molte, ma molte più vittime.
Di A. Blaise e R. Walker

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