Partiamo da un dato di fatto: lo Juventus Stadium è la struttura migliore esistente in Italia per quanto riguarda lo sport. Ma cosa la rende all’avanguardia?
In primis la concezione dello stadio come luogo di aggregazione per tutto l’anno. Non a caso vi è una galleria con negozi e ristoranti, oltre ad un supermercato. La gente deve poter andare tutti i giorni a fare qualcosa, ci deve essere un servizio alla comunità che ogni qualvolta vi è una partita ha dei disguidi, ci devono essere dei servizi supplementari per i tifosi che vanno alla partita.
Non solo un’attenzione alle persone ma anche attenzione ai bilanci societari, ci devono essere dei ritorni economici che esulino dal semplice biglietto della partita, così da aumentare i ricavi societari e permettere un autofinanziamento della struttura o meglio ancora dei ricavi. Così attraverso le royalties (versamento di una somma di denaro da parte di chi sfrutta beni con fini commerciali e/o di lucro) le attività presenti nella struttura versano denaro alla Juventus che come S.p.A. quotata in borsa ne ha beneficio anche per il titolo azionario ed il suo andamento.
Da questo punto di vista pesa l’assenza di un cinema multisala, magari in un prossimo futuro sarà possibile inserirlo.
Il cuore pulsante è però lo stadio, come usarlo quotidianamente? Creando un tour per curiosi ed appassionati, all’estero cosa normale da noi no, nel quale mostrare la struttura negli aspetti più nascosti (spogliatoi, sala stampa, sala conferenze post-partita…) cose che il tifoso vede e sogna davanti al televisore, ma anche accedere nelle zone VIP assai costose (un box può costare attorno ai 70.000€ a stagione) in cui è possibile accedere anche per organizzare eventi privati, così facendo si riesce anche a promuovere un servizio che altrimenti non sarebbe facile da far arrivare a chi non è frequentatore abituale di quelle parti di stadio e che rende quelle zone ulteriormente remunerative. Nel tour è anche possibile visitare il museo, che attraverso luci e suoni, immagini fotografiche e video emoziona il tifoso e racconta una storia. Non quindi una semplice esposizione statica e asettica.
Tornando allo stadio possiamo dire che i posti a sedere nel catino sono tutti con ottima visuale, permettono una vicinanza impressionante con il campo da gioco e la politica societaria di eliminare le barriere tra il pubblico e i giocatori al momento sembrano essere vincenti. Tutto è creato per emozionare, anche l’acustica è stata studiata per fare in modo che i cori possano in qualche modo sentirsi meglio e rendere l’esperienza indimenticabile.
Avendo preso come esempio lo stadio all’inglese si è cercato anche di fare in modo che il tifoso entri nello stadio con un qualcosa di bianconero che ne “certifichi” la juventinità, a questo scopo sono stati messi dei box interni allo stadio, subito dopo le barriere di controllo, in cui poter comprare oggetti del merchandise Juventus. In questa maniera si è anche scoraggiata la vendita di prodotti contraffatti e, anche in questo caso, si è aumentato il ricavo da una voce che tendenzialmente in Italia è assai scarsa, specie se confrontata con i bilanci di corazzate come Bayern Monaco o Manchester United.
Ora non resta che sperare in progetti simili che alcune società vorrebbero attuare nei prossimi anni, l’Udinese si è già attivata a riguardo, speriamo lo facciano anche le altre, i tifosi italiani meritano di avere strutture migliori capaci anche di scoraggiare i violenti.