Jeff Bauman e le due gambe bioniche. La vita di un futuro padre dopo l’attentato di Boston

Di Elisabetta Longo
21 Aprile 2014
Grazie a un reportage su di lui, Josh Haner ha vinto il Pulitzer. Oggi i suoi concittadini lo fermano per strada per offrirgli un pranzo. Lui ce la mette tutta, aspettando il giorno in cui rincorrerà suo figlio

Jeff Bauman non avrebbe mai pensato di aiutare qualcuno a vincere un premio Pulitzer. Il fotogiornalista Josh Haner si è infatti aggiudicato il prestigioso premio nella categoria “Feature photography” con un reportage su quel che resta delle gambe di Jeff dopo l’attentato di Boston, 15 aprile 2013. Un anno dopo quel tragico giorno, Jeff è tornato ad alzarsi, a camminare, ad abbracciare la sua fidanzata Erin, colei che stava aspettando al traguardo della maratona.

ATTIMI BREVISSIMI. Jeff aveva accompagnato la sua ragazza alla partenza, l’aveva seguita per un tratto durante il percorso, e poi era andato direttamente al traguardo, per vederla arrivare con orgoglio, insieme alle coinquiline di lei. In quei brevissimi attimi Jeff ha intravisto uno dei due fratelli Carnaev, che aveva nello zaino l’ordigno pronto a esplodere, ed era stranamente molto coperto, in una giornata primaverile. Poi l’esplosione. Bauman ha raccontato di non essersi accorto subito di quello che era successo alle sue gambe, fu lo sguardo di una delle coinquiline della sua fidanzata a dirglielo.

FARMACI E DOLORE. Uno sconosciuto col cappello da cowboy, Carlos Arredondo, ha afferrato Jeff, e l’ha portato all’ambulanza più vicina, ma per le gambe non c’era più nulla da fare. La degenza durò quattro settimane, dopo l’amputazione di entrambe le gambe dalle ginocchia in giù, e i giorni passano tra gabapentin, paracetamolo, ossicodone.
Jeff trovava conforto nella compagnia di Erin, ma non sopportava le occhiate di compassione delle persone. Così decise di ripartire. Tanta fisioterapia, lavori per potenziare le braccia, fatiche quotidiane per ritornare a essere, almano un po’, autonomo.

ALZARSI IN PIEDI. È così che Jeff è tornato all’aria aperta, fra i suoi concittadini. Che ora lo fermano per strada, gli chiedono una foto, si dicono ammirati dalla sua forza di volontà. Di tanto in tanto, qualcuno gli offre un pranzo, solo per stare un po’ con lui.
I Red Sox, la celebre squadra di baseball di Boston, lo hanno invitato al Fenway Park, prima del lancio tradizionale di inizio partita. Jeff oggi è sulla sedia a rotelle, e la sua assicurazione sanitaria non può coprire nulla. È la fondazione Wiggle Your Toes a raccogliere i soldi necessari per comprare le due modernissime protesi, da 100 mila dollari l’uno, che gli permettono di camminare. Così finalmente potrà alzarsi in piedi e rincorrere quel figlio che oggi lo attende dentro il pancione di Erin.

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