
Italia poco Florida, molto frigida
Hewlett e Packard erano due brillanti laureati di Stanford che cominciarono lì, con una piccola società, quella che sarebbe diventata una delle più grandi multinazionali dell’informatica. Anche Bill Gates cominciò da una piccolissima realtà, arrivando poi a creare la Microsoft. I quattro più grandi marchi della moda francese, oggi multinazionali, erano anch’esse piccole imprese. Ovunque nel mondo si sa che nulla è immutabile in economia. La piccola e media impresa può diventare grande: dipende dall’ingegno e dal fatto che qualcuno ci creda e coltivi questo ingegno che nasce. Solo in Italia, dominata dai nuovi luddisti sindacali e da economisti trasformati in politici che hanno fatto il loro tempo, si pensa che la grande impresa di oggi sarà la grande impresa di domani, non si coltivano invece le piccole imprese di oggi che potrebbero essere le grandi imprese di domani. La rigidità diventata stupidità fa dire “gli occupati dell’auto dovranno rimanere occupati nell’auto” o fa finanziare ciò che non va più lasciando ciò che potrebbe andare. Parole come flessibilità, capitale umano, supporto finanziario alle idee brillanti, nuove tecnologie e cambiamento, sono oscurate da rigidità, difesa degli investimenti sbagliati, rendite clientelari ai potenti, immobilismo. Tra chi vuole rendere l’Italia simile alla Florida, un paese dove si guarda la televisione, si crede solo in attività del tempo libero, si fanno svernare i pensionati, e chi difende il suo potere veterosindacale che vive in fabbriche obsolete, c’è un sostanziale e paradossale accordo: vogliono entrambi il nostro declino.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!