Chi l’ha detto che in Italia non funziona niente? I numeri di Gea-Fondazione Edison

Di Massimo Giardina
19 Giugno 2013
L'export italiano continua ad eccellere nel mondo, nonostante le carenze del sistema. «L'austerità imposta dall'Europa ha solo prodotto danni»

Le imprese italiane possono competere e vincere all’estero? La domanda-provocazione è stata posta dalla fondazione Edison che, insieme a Gea (società di consulenza strategica), ha sviluppato un’analisi sulle potenzialità ed eccellenze produttive del nostro paese attraverso un osservatorio nato lo scorso anno.

ITALIA E GERMANIA. La presentazione dei risultati del lavoro sul 2012 è avvenuta questa mattina presso la sede della Fondazione Edison a Milano e al vicepresidente Marco Fortis è stata affidata la relazione che ha colto le eccellenze nostrane. Imprese caratterizzate da una grave situazione interna per un sistema paese pieno di insidie, ma che, nonostante tutto, sono in grado di creare performance da record in tutto il mondo posizionandosi non solo fra le cinque economie nel mondo che vantano un surplus con l’estero per i manufatti non alimentari, ma nei 14 settori in cui si può suddividere il commercio mondiale; il nostro Paese è secondo solo alla Germania per competitività con l’estero. «L’austerità imposta dall’Europa – ha chiosato Fortis – ha solo prodotto danni, anche per la Germania che si è vista abbassare la percentuale di Export verso l’Italia».

LE NOSTRE ECCELLENZE. In particolare l’Italia è prima al mondo per competitività in tre settori: tessile, abbigliamento, pellicalzature; risulta secondo, dopo la Germania, in altri tre settori: meccanica non elettronica, manufatti di base come ceramiche o metalli e altri prodotti manufatti tra i quali l’occhialeria, gioielleria o articoli in materie plastiche. Va fatta menzione di un sesto posto nei prodotti alimentari trasformati. I sette settori appena menzionati hanno la capacità di creare export per 309 miliardi di dollari e generare un surplus di 116 miliardi di dollari.
Altro dato da segnalare, come si evince dal grafico, l’Italia batte la Germania per attivo di bilancia commerciale per 1.215 prodotti, posizionandosi dietro solo alla Cina.

NON SOLO BRIC. Nel 2012 i Bric, per l’export italiano, hanno rappresentato 27,3 miliardi di euro e i Next 11 – i paesi riconosciuti immediatamente successivi per capacita di sviluppo a Brasile, Russia, India e Cina – hanno registrato la cifra comparabile di 25,9 miliardi di euro. Ma i dati più interessanti sono rappresentati dalle esportazioni italiane verso i Trec – Turchia, Russia, Emirati Arabi Uniti e Cina – che hanno registrato 35,1 miliardi di euro e quelle verso i “nostri” Next 11 che hanno raggiunto i 38,3 miliardi di euro. I rimanenti 22 paesi, in ordine di importanza per esportazione, hanno toccato quota 25,2 miliardi di euro.

@giardser

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