Nella cartoleria oggi c’era un ragazzo sui dieci anni, preoccupato, che chiedeva un libro di temi svolti. Gliene hanno dati sette, da scegliere. Il ragazzo è uno di quelli che stanno tutto il giorno a giocare nella piazzetta di via M. sotto la mia finestra. Ha l’aria opaca del piccolo prepotente, una faccia dura, basta alzare una mano perché di scatto, istintivamente, scansi la testa, sempre in attesa, com’è, di scapaccioni. Ma qui ha perso la sua bella spavalderia, è soltanto una vittima dell’istruzione obbligatoria e finisce per diventarmi simpatico. Sfoglia i volumi, bagnandosi le dita, scorre gli indici, non sa decidersi. Il tema che cerca (Come avete passato le vacanze?) non c’è. Sgomento, spiega: “Lo danno sempre”. Se lo sente arrivare tra capo e collo, una di queste mattine, e vorrebbe premunirsi, ma il suo tema non c’è. “E tu racconta quello che hai fatto” gli suggerisce la ragazza della cartoleria. Il ragazzo mi guarda disgustato come per dire: “Fate tutto facile, voi”. Se ne va deluso. Un libro di temi svolti lo compro io, per capire i problemi di questa infanzia che non conosco. A casa lo sfoglio, valeva la pena. Ci sono temi di gentile ispirazione, per bambini buoni: Sognando una casetta in montagna. Oppure: A lume di candela; sorpresa ed emozione quando viene a mancare la luce elettrica. Ci sono temi per bambini buonissimi: Piove… un bimbo bussa alla tua porta. (Si tratta di un bimbo povero, “triste e patito”, a cui la mamma darà “del cibo e un paio di calzoncini”.) Altro tema per bambini sensibili: La musica, manifestazione dell’animo umano, che ne viene ingentilito. (Al suo suono i sentimenti si elevano; in esso proviamo a seconda dei casi e delle nostre disposizioni del momento, allegria, mestizia, serenità, commozione. La musica ci trasporta nel mondo dei sogni.) Per i piccoli delinquenti di quartiere non c’è niente. Come se la caverà il mio amico, domani, quando gli diranno di raccontare come ha trascorso le sue vacanze? Se dice la verità va dritto al riformatorio, e le bugie non sa inventarle. Sfoglio ancora il libro. Ci sono bei temi morali. Per esempio: La vera ricchezza non è quella che comunemente si crede. (“E qual è?” domanda sbalordito e diffidente il ragazzo della cartoleria.) Risposta: “La vera ricchezza è la salute e la coscienza tranquilla”. Oppure, altro tema: La sacra missione della donna. (Il ragazzo della cartoleria abbassa la testa e sorride losco tra sé.) Oppure: I miei pensieri al crepuscolo: se allegri si tingono sempre un po’ di malinconia e di dolcezza. (Il ragazzo della cartoleria domanda: “E che d’è er crepuscolo?”.) da Ennio Flaiano, La solitudine del satiro, Rizzoli 1973, pp. 105-106
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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Emanuele Boffi