Una fossa comune vicino ad un monastero, i resti di quasi 800 corpi di bambini al suo interno, un’indagine storica per ricostruire le vicende delle vittime, che sono morte in l’Irlanda tra il 1925 e il 1961. A Tuam, nella contea di Galway, si torna a parlare di “The home”, l’orfanotrofio gestito dalle Bons Secours Sisters che ha accolto durante il Novecento ragazze madri e i loro figli, e del serbatoio rinvenuto in un terreno non distante dove sono stati trovati gli scheletri dei minori.
LA VICENDA. La vicenda della Home di Tuam è tornata a galla nei giorni scorsi in seguito alla denuncia di scomparsa fatta da un familiare dei bambini che lì morì decenni fa, e dopo che sono stati resi pubblici i risultati della ricerca di Catherine Corless, che ha stabilito il numero esatto di decessi: la diocesi locale non aveva idea che ci fossero così tanti bambini seppelliti, perché la fossa comune era già stata scoperta nel 1975, ma si pensava che i resti fossero per lo più di vittime della terribile carestia che colpì l’Irlanda nell’Ottocento.
IL CASO. Secondo i documenti rinvenuti, invece, circa 300 bambini deceduti sarebbero durante la Seconda Guerra Mondiale, uccisi da gastroenteriti, tubercolosi, polmoniti e altre malattie. Da qui sono partite le accuse alle suore, portate avanti da Susan Lohan, co-fondatrice dell’Adoption Rights Alliance: la sua associazione tutela i diritti dei figli sottratti in Irlanda alle ragazze madri e dati in adozione a nuove famiglie. La donna ha puntato il dito contro le religiose, che e non si sarebbero «adeguatamente prese cura» dei bambini, abbandonati e mai curati del tutto perché figli illegittimi di ragazze madri.
C’è, invece, chi invita alla cautela e difende le religiose, ricordando le terribili condizioni sanitarie della campagna irlandese nella prima metà del XX secolo, dove i tassi di mortalità infantile erano altissimi, specie perché, sebbene la penicillina di Fleming fosse stata scoperta già nel ’28, questa fosse distribuita unicamente a Belfast, da un ospedale britannico che serviva le comunità protestanti.
LE PAROLE DELL’ARCIVESCOVO. Le autorità irlandesi hanno spiegato che presto sarà aperta un’inchiesta più approfondita per capire che cosa è successo a Tuam e come sono morti tutti quei bambini: a chiederlo è stato il ministro dell’Educazione Ciaran Cannon. Nel frattempo, anche l’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, ha specificato che, qualora non dovesse partire un’indagine di Stato, «allora sarà importante intraprendere un progetto di ricostruzione storica sociale, per dare un’immagine accurata di queste case d’accoglienza nella storia del nostro Paese». Ha poi aggiunto che, se «sussistono ragioni concrete», è favorevole a riesumare quelle che sono tombe senza nome, e edificare un monumento che raccolga i nomi di tutti i bambini defunti.