Iran, storico terzo grado del Parlamento ad Ahmadinejad. La replica: «Codardi e ingiusti»

Di Leone Grotti
14 Marzo 2012
Mahmoud Ahmadinejad è stato strigliato per la prima volta dal Parlamento per la disastrosa situazione economica del paese. Il presidente è ormai in rotta con la Guida suprema Khamenei, ma risponde: «Codardo e ingiusto chi mi dà un voto inferiore al cento».

Non era mai successo nella storia della Repubblica islamica. Ieri i giornali iraniani hanno riportato che il presidente Mahmoud Ahmadinejad si è dovuto presentare in Parlamento con alcuni dei suoi più importanti ministri per rispondere alle domande dei parlamentari insoddisfatti dal suo operato. Un vero e proprio terzo grado. È la prima volta nella storia del paese che un presidente viene convocato dal Parlamento.

Le accuse, riportate dall’agenzia di stampa Irna, sono le seguenti: sperpero di denaro pubblico, aumento dell’inflazione dovuta ai tagli dei sussidi per cibo e benzina, stato disastroso dell’economia e volontaria manomissione dei numeri che dicono che tra il 2009 e il 2010 il governo avrebbe creato quasi due milioni di posti di lavoro. Ahmadinejad ha minimizzato, rispondendo: «Nessuna violazione può essere imputata al mio governo. Chiunque ci dia un voto inferiore al cento è un codardo, oltre che ingiusto». Niente di grave, dunque.

In realtà, la poltrona di Ahmadinejad si fa sempre più rovente. Gli attriti tra il leader politico del paese e la guida religiosa, la Guida suprema Ayatollah  Ali Khamenei, si fanno ogni giorno più marcati e non lasciano presagire niente di buono per il presidente. Gli attacchi sono diventati pubblici l’anno scorso, quando Ahmadinejad ha licenziato il ministro dell’intelligence e Khamenei ha annullato la sua decisione richiamandolo al governo. Il presidente è stato quindi accusato di sfidare Khamenei e di volere minare le fondamenta della Repubblica islamica. In più, le recenti elezioni hanno visto la schiacciante vittoria dei politici appoggiati dal leader religioso, rispetto a quelli sponsorizzati da Ahmadinejad, così che il presidente si ritrova in un Parlamento nettamente dominato da deputati ostili.

Il cerchio, dunque, sembra stringersi e anche se l’anno prossimo Ahmadinejad terminerà il suo mandato, potrebbe succedere qualcosa prima. Come nel 1981, quando il primo presidente della teocrazia iraniana, Abolhassan Banisadr, è stato accusato formalmente di minare le fondamenta religiose del paese e costretto a fuggire.
twitter: @LeoneGrotti

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