Introvigne: «Gli attacchi all’interno della Chiesa nascono da una crisi della fede»

Di Benedetta Frigerio
28 Febbraio 2013
Intervista a Massimo Introvigne: «La stampa sta parlando dei cardinali in maniera faziosa, per questo la Segreteria di Stato vaticano ha parlato di attacco inaudito».

«La stampa sta parlando dei cardinali in maniera faziosa, per questo la Segreteria di Stato vaticano ha parlato di attacco inaudito. La durissima nota del Vaticano si riferisce alle menzogne pronunciate sul conto del cardinale Roger Mahoni accusato, a torto o ragione, di non avere vigilato a sufficienza sulla pedofilia. Sono casi diversi, il suo e quello di O’Brien: il primo riguarda una vigilanza superficiale, il secondo un atto compiuto da una persona. Quindi la reazione della Santa Sede è stata giustamente diversa. Senza rilevanza sono invece le menzogne sul capo dei vescovi americani, Timothy Dolan, il quale non ha mai gestito diocesi sotto accusa». Così il sociologo e scrittore Massimo Introvigne parla a tempi.it delle polemiche che precedono le elezioni del nuovo Pontefice.

Il Papa a Fatima nel 2010 disse che oggi «la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato della Chiesa». Parlava di una crisi di fede?
Gli attacchi all’interno della Chiesa, anche se a un fedele possono sembrare di origine diversa, nascono principalmente dall’errata interpretazione del Concilio Vaticano II, che invece Benedetto XVI ha voluto riprendere da subito perché fosse letto nel suo reale significato. Cominciò a parlarne nel 2005, citandolo poi sistematicamente, ancor più dei suoi predecessori. Fino a dedicargli il suo ultimo discorso. Quindi è finito in modo molto evidente nel mirino di chi vuole fare tabula rasa del Magistero preconciliare, dei cosiddetti progressisti. Ma non solo, a rivoltarsi contro il Papa sono stati anche quanti speravano che rifiutasse il Concilio totalmente. Per lo stesso motivo nella lettera del 10 marzo 2009, dove parlava della rimessa scomunica dei lefebvriani, ha chiesto di smetterla “di mordersi e divorarsi”. Tutto questo è una conseguenza di una crisi della fede.

A Fatima Benedetto XVI ha anche detto che il segreto sulla visione del Papa non è ancora concluso.
Le profezie, come ci ha insegnato il Papa stesso, sono pluri-interpretabili. Benedetto XVI ha detto che quella sul Papa attaccato non è ancora conclusa e potrebbe riferirsi a lui o a uno dei suoi successori futuri. Infine la profezia parla del cuore immacolato di Maria che trionferà. Non si può parlare di numeri o anni, la Chiesa stessa deplora il Millenarismo, ma è un messaggio importante per correggersi e convertirsi oggi.

Abbiamo avuto due pontificati fortemente incentrati sulla figura di Maria. Come mai?
Sono stati due pontificati mariani quelli del beato Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, è vero. Certo l’accento polacco era diverso da quello tedesco, ma entrambi credevano nelle apparizioni, nei messaggi della madre di Dio: hanno parlato di Lourdes, di Fatima. E, come sottolinea Messori, forse non è un caso se il Papa ha rinunciato al pontificato nel giorno dedicato alla Madonna di Lourdes a cui ci ha richiamati. Comunque il mistero di Maria è parte essenziale di quello della Chiesa. Proprio il Concilio la mise al centro, parlandone in termini umani di madre, donna, discepola che ha seguito Dio dentro i travagli di tutti, per mostrare come seguendola si arrivi a suo figlio. Il Concilio ha sottolineato anche che è guardando a lei che capiamo cos’è la Chiesa. La Madonna, insomma, non è un optional. Il Concilio ha dato alla mariologia un ancoraggio teologico più saldo.

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